Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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sabato 29 settembre 2012

Trascurare uno studente non è di minor conto che corrompere una vergine!

[Gustav Adolph Spangenberg (1828-1891), Lutero suona il liuto in famigliaGermania 1866]


«Trascurare uno studente non è di minor conto che corrompere una vergine» [*].

Così nel 1524 scriveva Lutero "Ai consiglieri comunali di tutte le città tedesche" affinché s’adoperassero ad istituire scuole e biblioteche per i giovani.

In particolare Lutero affermava che «se ogni anno si spende tanto denaro per comprare macchine da guerra, per costruire strade, per sistemare i ponti, e per mille altri oggetti di utilità pubblica, perché non impiegarne molto di più, o almeno altrettanto, per nutrire dei maestri di scuola, uomini attivi e intelligenti, capaci di allevare e di istruire i nostri giovani?».

Questa considerazione ci fa rendere conto di quanta poca educazione - spesso mala-educazione - liturgico-musicale sia stata fatta negli ultimi cinquant’anni in seno all’attività pastorale della Chiesa cattolica: parallelamente all’educazione cristiana ai fanciulli andava effettuata un’educazione alla liturgia e al canto liturgico!

Così, di fatto, in larga parte è stato disatteso l’«ardente desiderio della madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche» a cui «va dedicata una specialissima cura nel quadro della riforma e della promozione della liturgia» (Concilio Vaticano II, costituzione "Sacrosanctum Concilium" sulla Sacra Liturgia, n. 14)!

Alzi la mano colui che in parrocchia fin da bambino ha ricevuto dal parroco e dal catechista una vera formazione liturgico-musicale che l’abbia aiutato ad una migliore e consapevole partecipazione alla messa!

Siccome la liturgia (non la catechesi!) «è la prima e indispensabile fonte dalla quale i fedeli possono attingere il genuino spirito cristiano», sarebbe sommamente urgente per la Chiesa rafforzare l’educazione liturgica dei fedeli a livello parrocchiale (a partire dal primo anno di catechismo ai fanciulli).

Per far ciò «i pastori d’anime in tutta la loro attività pastorale devono sforzarsi di ottenerla attraverso un’adeguata formazione» (di nuovo «Sacrosanctum Concilium» 14)!

«Ma poiché non si può sperare di ottenere questo risultato, se gli stessi pastori d’anime non saranno impregnati, loro per primi, dello spirito e della forza della liturgia e se non ne diventeranno maestri, è assolutamente necessario dare il primo posto alla formazione liturgica del clero» (sempre SC 14).

A fronte di questa scarsissima o addirittura nulla educazione liturgico-musicale (sia del clero che dei laici), largo spazio anche in Italia è sempre più dato ai cosiddetti "animatori liturgici", in assenza dei quali i poveri fedeli rimangono assopiti come burattini senza burattinaio!

In Francia, ad esempio, nonostante la figura dell’organista sia maggiormente riconosciuta e regolarmente retribuita che in Italia, la scelta del repertorio dei canti è esclusivo appannaggio di uno stuolo di "agitatori" (come li chiamava Oscar Mischiati!) che non sanno cantare, non sanno il solfeggio, gesticolano goffamente, ma proprio a loro - con il regolare avallo del parroco e della comunità - spetta il compito di consegnare all’organista il "menu" del giorno!

Bisogna, comunque, riconoscere che in Francia il repertorio dei canti per la liturgia è molto più vario e dignitoso che da noi, però questa figura dell’animatore veramente oggi è diventata opzionale, sostanzialmente inutile e anzi io direi fastidiosa... ma di questo mi pare che nessuno se ne accorga, accettando pacificamente questa figura ministeriale oggi obsoleta!

Con la sua ineguagliabile arte improvvisativa, l'organista può essere l'unico vero animatore del canto liturgico: posso testimoniarlo per personale esperienza!

Per chiudere, è dunque "formazione" l’imperativo che la Chiesa italiana deve assolvere in materia di liturgia e di canto liturgico.

Sarà bene che vescovi italiani riflettano sull’urgenza di una migliore attuazione di Sacrosanctum Concilium 14: ovvero formazione al canto liturgico in tutte le parrocchie da parte di musicisti competenti (dico "competenti" professionalmente in musica e canto, non basta aver frequentato il Coperlim!) e, di conseguenza se occorre, stipendiati!

In proposito il buon Lutero offre spunti incontrovertibili (v. qui in calce).

Altrimenti sarà sempre vano il nostro misero impegno di musicisti di chiesa contro il mare magnum del qualunquismo liturgico ormai imperante (e che probabilmente porterà la Chiesa ad una crisi ancor peggiore di quella che sta vivendo a causa di ben altri gravi problemi)!

Grazie per la cortese attenzione e cordiali saluti.

Paolo Bottini


[*] (Lutero, An die Ratsherren aller Stötte teütschelands, Augsburg 1524): «Nicht geringer ist es, einen Schüler zu vernachlässigen als eine Jungfrau zu schwuachen» [citato in: W. Von Loewenich, Martin Luther: der Mann und das Werck, München 1982], ovvero, nella versione latina del 1527: «Non minus est negligere scholarem, quam corrumpere virginem» (ringrazio Marco Pratesi per il suggerimento circa la traduzione dal tedesco).


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LUTERO E LA MUSICA

«La musica è un po’ come una disciplina che rende gli uomini più pazienti e più dolci, più modesti e più ragionevoli. Chi la disprezza, come fanno tutti i fanatici, non può concordare su questo punto. Essa è un dono di Dio e non degli uomini; essa scaccia il demonio e rende felici. Grazie alla musica si dimentica la collera e tutti i vizi.
Perciò, e sono pienamente convinto di ciò che dico e non ho alcun timore di dirlo, dal punto di vista teologico nessun’arte può stare alla pari della musica. Vorrei trovare parole degne per tessere le lodi di questo meraviglioso dono divino, la bella arte della musica; ma ravviso in quest’arte qualità così grandi e così nobili che non saprei dove iniziare e dove finire per lodarla; non so neppure in che modo e in quale forma presentarla ai mortali perchè la considerino più luminosa e più preziosa.
La musica è il balsamo più efficace per calmare, per rallegrare e per vivificare il cuore di chi è triste, di chi soffre. Ho sempre amato la musica. Chiunque è portato per quest’arte non può non essere un uomo di buon carattere, pronto a tutto.
È assolutamente necessario conservare la musica nella scuola. Bisogna che il maestro di scuola sappia cantare, altrimenti lo considero una nullità. La musica è un dono sublime, datoci da Dio ed è simile alla teologia. Non darei per nessun tesoro quel poco che so di musica.
Bisogna abituare i giovani a quest’arte perchè rende gli uomini buoni, delicati e pronti a tutto. Il canto è l’arte più bella e il miglior esercizio. Essa non ha nulla da spartire con il mondo; non la si ritrova né di fronte ai giudici, né nelle controversie. Chi sa cantare non si abbandona né ai dispiaceri né alla tristezza; è allegro e scaccia gli affanni con le canzoni».
da: F.A. Beck, Dr. M. Luthers Gedanken über die Musik, Berlino 1828, pag. 58, traduzione di Enrico Fubini in L’estetica musicale dall’antichità al settecento, Einaudi, Torino 1976

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