per la serie "Manutenzione?... Macché, l'importante è l'inaugurazione!", di cui alla pagina internet di "Organi & organisti" che si apre cliccando QUI, vorrei farvi parte che nel dicembre del 2023 ebbi comunicazione dal dottor Pier Giorgio CONTI delle sue dimissioni dall'incarico di organista della Cattedrale di Viterbo per le motivazioni da egli stesso esposte nella lettera che qui di seguito riporto:
- « Egregio M.° Bottini, Le comunico che il 5 dicembre u. s. mi sono dimesso con grande rammarico dall'incarico di organista della Cattedrale di San Lorenzo a Viterbo, ricoperto per 19 anni consecutivi. Il motivo del mio gesto di protesta è dovuto al fatto che l'organo, nonostante le mie ripetute richieste, da oltre dieci anni non ha più visto l'organaro e attualmente è in condizioni pietose. Faccio presente che lo strumento, uno Zenoni del 1964, è dotato di tre manuali e pedaliera e l'ultimo restauro risale al 2004. Oggi è funzionante il solo Positivo mentre il Grand'Organo ed il Recitativo sono fuori uso. Purtroppo devo prendere atto che nonostante il mio servizio completamente gratuito non mi è stato riconosciuto il diritto di avvalermi di uno strumento all'altezza del luogo di culto più importante di Viterbo, la Città dei Papi. La saluto cordialmente e Le auguro un Buon Natale. *Dottor Pier Giorgio Conti* » .
Il caso è simile a quello occorso nel 2023 all'egregio collega M.° Stefano RATTINI presso il Duomo di Trento causa palese reiterato disinteresse dell'Ordinario diocesano (ovvero il vescovo!) verso le condizioni di salute dell'organo, come si può leggere ancora su "Organi & organisti" cliccando QUI!
La vexata quæstio riguarda la sostanziale indifferenza verso quei periodici interventi di manutenzione che occorrerebbe effettuare ad una macchina - quale è l'organo - che col tempo si usura, si sporca, può guastarsi etc. e quindi necessiterebbe di programmate revisioni... Lo si fa con l'automobile e con la caldaia di casa... per quale motivo invece per gli organi è cosa da rammentare di continuo, dato che ordinariamente gli enti preposti non se ne occupano?!
A quanto pare è inveterato quest'accidioso italico uso: leggete qui di seguito le preoccupate parole - risalenti a più di quattro secoli fa - rivolte dagli operai in servizio presso Duomo di Arezzo ad un rappresentante della città medesima presso Firenze riguardo la necessità di cure verso l'organo del Duomo di Arezzo:
- « Molto magnifico ser Dionigi [Fabrizy, agente della Comunità di Arezzo in Firenze] osservandissimo, / L'organo grande di questa chiesa ha bisogno di restauratione e rifacimento in buona parte di mandici et anche ni si scuopri qualche canna che sarà di necessità fonderla di nuovo, et alle riparationi sudette, secondo il parere del maestro, ci vorrà spesa di scudi circa ottanta et ogni hora che mancassimo di riparare in questo principio l'organo, a poco a poco, che è quanto di buono e di bello in questa città, si verria a guastare, e si augmenteria la spesa e saria radoppiata e triplicata e si apporteria molto dispiacer all'opera. [...]. Di Arezzo il dì 19 di gennaio 1592 / Vostri affezionatissimi li operai del Duomo della città d'Arezzo » . [*]
Del resto, come affermava Leo Longanesi nel 1955, «Alla manutenzione, l'Italia preferisce l'inaugurazione»!
Grazie sempre per la vostra cortese attenzione.
Paolo Bottini
Cremona, il 5 dicembre 2024
[*] Archivio di Stato di Arezzo, Opera del Duomo, n. 43, Deliberazioni, c. 51 v., citato in: Pier Paolo Donati, Renzo Giorgetti, L'organo della Cattedrale di Arezzo / Luca da Cortona 1534-36. Note e documenti di arte organaria rinascimentale toscana, Calosci, Cortona 1990, p. 81.