Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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mercoledì 1 novembre 2017

Il "lavoro nero" dell'organista di chiesa



Gentili lettori,

il 26 ottobre 2017 a Cagliari si teneva la 48.a Settimana Sociale dedicata al lavoro.

Anche il Papa Francesco è intervenuto con un video-messaggio nel quale ha condannato la precarietà e il lavoro nero.

Non ho potuto altro che pensare a tutti quei suonatori d'organo che la domenica in tantissime chiese italiane svolgono più o meno regolare servizio liturgico in cambio di una misera mancia brevi manu: molti di essi sono diplomati in conservatorio, alcuni hanno anche osato conseguire il titolo di studio in "Organo per la liturgia" fortemente auspicato dalla CEI nel 2001 ma che dal punto di vista degli sbocchi lavorativi è una solenne illusione (in altre parole: i vescovi italiani t'incoraggiano a prender la laurea di secondo livello in organo liturgico ma poi in cambio di cinque messe ogni domenica e festa ti allungano un'elemosina in contanti o magari in natura!).

I soldi per la riqualificazione della musica cultuale ci sarebbero - lo spiegava bene nel 2007 l'organista titolare del Duomo di Cremona Fausto Caporali nel suo articolo "Ogni due organi restaurati, si finanzi un organista!" (ma già nel 1999 don Marino Tozzi, sacerdote nella diocesi di Forlì-Bertinoro, dimostrava la praticabilità di attingere ai fondi dell'Otto per Mille al fine di contribuire agli emolumenti degli organisti delle Cattedrali, tanto per cominciare!) - soltanto che a nessuno alla CEI passa minimamente per il cervello di investire denaro dal calderone dell'otto-per-mille per pagare organisti professionisti che siano anche responsabili della musica e del canto, quanto meno a partire proprio dalla chiesa cattedrale di ogni diocesi!

Ma il problema è meramente culturale, come puntualizzato da monsignor Vincenzo De Gregorio: la Chiesa non sente la necessità di investire in una materia che ritiene di opzionale importanza come la musica e il canto nel culto divino, di conseguenza il campo liturgico - che veramente sarebbe vitale per la vita cristiana [cfr. Sacrosanctum Concilium 10] - è governato dall'anarchia: una vera e propria anarchia liturgico-musicale!.

Insomma: suonare l'organo a messa non è un lavoro, è un servizio liturgico come qualsiasi altro (lettore, salmista, chierichetto, cantore, chitarrista, bonghista...) e come tale va svolto gratuitamente!

:-/

Per un ulteriore approfondimento invito a leggere alcune considerazioni di don Valentino DONELLA 
(Direttore del Bollettino Ceciliano) circa la questione del riconoscimento economico dell'attività di organista di chiesa...

Cordialmente vostro

Paolo Bottini
www.paolobottini.it

Cremona, domenica 29 ottobre 2017