Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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sabato 29 ottobre 2016

Come recuperare un'educazione al canto sacro?


Gentili lettori,

recentemente vi ho segnalato il testo della "Ratio Studiorum" per i seminari nel decennale della promulgazione [1], documento nel quale sono abbastanza puntualmente raccomandate norme per l'educazione musicale dei chierici.

Invece, nelle nostre parrocchie i laici - a partire dai giovani - come vengono educati (ammesso che lo siano veramente da qualche parte!) a quel sacro canto che, secondo i Padri del Vaticano secondo, «unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne» ?! [2].

Il celebre Enzo Bianchi scriveva, ormai quasi dieci anni fa che 



«Abbiamo abbandonato il gregoriano, sperperato un grandissimo patrimonio per lasciar spazio a una stagione di creatività selvaggia, di messe rock e rasta di qualità infima che non hanno lasciato tracce. Adesso ci troviamo a metà del guado: i giovani ascoltano quel tipo di musica altrove, non in chiesa; e d'altronde non si sa come recuperare un'educazione al canto religioso. Questa situazione mi preoccupa, talvolta mi lascia disperato». [3]

I cattolici italiani non cantano (più) a messa? Colpa dei vescovi e dei preti che negli ultimi 50 anni li hanno dis-educati al canto! Non vi è stato un progetto sufficientemente radicato nel tessuto ecclesiale!

Ora la domanda è: come recuperare un'educazione al canto religioso?

La risposta che mi do è la seguente: per educare (ri-educare?) il popolo dei fedeli cattolici al canto sacro, bisognerebbe che vi sia un percorso educativo ufficiale che vada in parallelo con la catechesi dei fanciulli!

Mezzora di catechismo e mezzora di educazione al canto liturgico! Sissignori!

Crediamo veramente il canto sia parte integrante e necessaria del rito? La partecipazione attiva dei fedeli al canto è da perseguire con forza? L'unica strada è l'educazione al canto in parallelo all'iniziazione cristiana!

Ovvio che sarebbe tutto un sistema da costruire da parte della Chiesa italiana: selezionare e preparare, secondo criteri di base comuni per tutte le diocesi italiane, una falange di educatori reclutati tra animatori liturgici, direttori di coro e organisti d'ogni ordine e grado...

Ovvio, poi, che bisognerebbe individuare anche un repertorio comune di base (ancor più selezionato rispetto al vituperato Repertorio Nazionale) [4], ovvero una ristretta serie di canti liturgici che "dicano" la fede cattolica: finalmente un repertorio che unisca tutte le parrocchie italiane e ponga fine all'attuale anarchia liturgico-musicale...

Una proposta che - scommetto - sarebbe scartata a priori dai vescovi italiani perché troppo "complicata" da mettere in atto...

Eppure, pensate al vantaggio per i cattolici italiani sentirsi uniti nella fede grazie al canto: il potere della musica e del canto aveva avvinto Lutero tanto da farci sopra gli investimenti che sappiamo... Sentite cosa diceva il monaco:

«La musica è un po' come una disciplina che rende gli uomini più pazienti e più dolci, più modesti e più ragionevoli. Chi la disprezza, come fanno tutti i fanatici, non può concordare su questo punto. Essa è un dono di Dio e non degli uomini; essa scaccia il demonio e rende felici. Grazie alla musica si dimentica la collera e tutti i vizi. Perciò, e sono pienamente convinto di ciò che dico e non ho alcun timore di dirlo, dal punto di vista teologico nessun'arte può stare alla pari della musica. Vorrei trovare parole degne per tessere le lodi di questo meraviglioso dono divino, la bella arte della musica; ma ravviso in quest'arte qualità così grandi e così nobili che non saprei dove iniziare e dove finire per lodarla; non so neppure in che modo e in quale forma presentarla ai mortali perchè la considerino più luminosa e più preziosa. La musica è il balsamo più efficace per calmare, per rallegrare e per vivificare il cuore di chi è triste, di chi soffre. Ho sempre amato la musica. Chiunque è portato per quest'arte non può non essere un uomo di buon carattere, pronto a tutto. È assolutamente necessario conservare la musica nella scuola. Bisogna che il maestro di scuola sappia cantare, altrimenti lo considero una nullità. La musica è un dono sublime, datoci da Dio ed è simile alla teologia. Non darei per nessun tesoro quel poco che so di musica. Bisogna abituare i giovani a quest'arte perché rende gli uomini buoni, delicati e pronti a tutto. Il canto è l'arte più bella e il miglior esercizio. Essa non ha nulla da spartire con il mondo; non la si ritrova né di fronte ai giudici, né nelle controversie. Chi sa cantare non si abbandona né ai dispiaceri né alla tristezza; è allegro e scaccia gli affanni con le canzoni». [5]

Cari organisti e direttori di coro, se appena potete: instaurate in parrocchia una vera educazione dei fanciulli al canto liturgico... sempre che troviate carta bianca dal parroco di turno...

Grazie per la cortese attenzione e cordiali saluti.

Paolo Bottini


Cremona, domenica 23 ottobre 2016


[1]  http://liturgiaetmusica.blogspot.it/2016/09/decennale-ratio-studiorum-seminari.html


[2] http://win.organieorganisti.it/sacrosanctum_concilium.htm
[3] Padre Enzo Bianchi, superiore della Comunità monastica di Bose, intervistato da Alessandro Cannavò sul mensile "Amadeus" n. 209, aprile 2007
[4] http://win.organieorganisti.it/repertorio_naz_canti_liturg.htm - sapete forse di qualche diocesi che lo abbia adottato in toto? Quanto meno ha il vantaggio che ha escluso tutta quella pletora di canti sincopati che ormai vanno per la maggiore in tantissime parrocchie con gran concorso di chitarre e bonghi!
[5] da: F.A. Beck, Dr. M. Luthers Gedanken über die Musik, Berlino, 1828, pag. 58, traduzione di Enrico Fubini in L'estetica musicale dall'antichità al settencento, Einaudi, Torino 1976; Per approfondire il pensiero luterano sulla musica: http://liturgiaetmusica.blogspot.it/2012/09/educazioneliturgica.html

mercoledì 5 ottobre 2016

La diocesi di Termoli-Larino ha ufficialmente istituito la figura dell'organista "titolare"

Gentili lettori,

segnalo una iniziativa positiva da parte di una diocesi italiana!

Si tratta della diocesi di Termoli-Larino la quale ha istituito la figura dell’ORGANISTA TITOLARE!

Che scoperta - direte voi - in quanto la maggior parte dei suonatori d'organo nel culto cattolico si fregiano (per lo più indebitamente) del titolo di "organista titolare" della tal chiesa, basilica, santuario etc.

Dato che sempre più spesso il servizio liturgico in chiesa viene svolto da chi NON possiede competenze necessarie, la diocesi di Termoli-Larino ha saggiamente deciso di "regolarizzare" la posizione di "organista titolare" che, d'ora in avanti, verrà riconosciuta ufficialmente da parte della diocesi stessa.

In questo modo l'organista titolare, grazie alle sue competenze in ambito sia liturgico che musicale, avrà il compito di occuparsi dell’animazione liturgico-musicale della parrocchia presso cui svolgerà servizio assieme alle altre figure preposte, in modo da garantire non solo un miglior servizio ministeriale ma anche un miglior utilizzo - nonché la necessaria manutenzione - degli organi, evitando così che cadano in disuso e siano preda del deterioramento.

Per ottenere la titolarità dell'organo in una chiesa diocesana, sarà necessario farne richiesta secondo le modalità previste dal regolamento (v. qui in calce) e possedere i necessari requisiti. La Commissione esaminatrice, analizzati i titoli, sottoporrà il candidato ad un esame volto a verificarne le competenze.

Per chi ha Facebook è possibile commentare cliccando QUI altrimenti grazie per commentare direttamente su questo blog.

Grazie per la cortese attenzione e cordiali saluti.

Paolo Bottini

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DIOCESI DI TERMOLI – LARINO
Curia Vescovile
138/2016 prot.

Termoli, 23 settembre 2016
 
Norme per l’incarico di Organista Titolare
Diocesi Termoli-Larino
Istituto di Musica Sacra

È costituito l’Albo degli Organisti Titolari nella Diocesi di Termoli – Larino, pubblicato sul sito ufficiale della Diocesi e dell’Istituto di Musica Sacra.

Potranno essere iscritti all’albo:

• Diplomati in Organo presso la Scuola di Musica Sacra della Diocesi
• Diplomati presso una Scuola Diocesana di Organo di altra Diocesi che prestino servizio in una delle chiese della Diocesi di Termoli – Larino.
• Diplomati in organo presso un Conservatorio che dimostrino di avere formazione liturgica ed esperienza di servizio alle celebrazioni in una chiesa della Diocesi
Gli interessati dovranno fare richiesta scritta di iscrizione e la domanda dovrà essere accompagnata da:

• Copia di uno dei diplomi sopra indicati;
• Presentazione scritta del parroco o del rettore della Chiesa dove i richiedenti prestano servizio;
• Documentazione attestante altri titoli ed esperienze;
• Curriculum vitae.

L’accettazione della richiesta è subordinata all’approvazione degli Incaricati Diocesani per la Musica Sacra. Gli stessi, presa visione della documentazione, potranno richiedere l’espletamento di una prova attitudinale composta da una parte pratica e da un colloquio. Gli argomenti d’esame saranno resi noti ai pretendenti  tre mesi prima della prova.

L’essere organista titolare non comporta di per sé alcun rapporto di dipendenza o di lavoro con la chiesa presso cui si presta servizio: si tratta di un titolo onorifico dell’organista principale di una chiesa diocesana nella quale vi sia un organo a  canne.

La titolarità dell’organo si intende valida per un quinquennio, rinnovabile tacitamente per altri quinquenni.

La titolarità potrà essere revocata in qualunque momento dal parroco o rettore della chiesa, per disposizione dell’Ordinario o per decisione degli Incaricati Diocesani per la Musica Sacra. La revoca avverrà previa comunicazione scritta all’interessato riportando le motivazioni della decisione stessa.

Gli organisti possono richiedere in qualunque momento la rimozione dall’albo di tutti o alcuni dei loro dati.

Nello stesso albo saranno iscritti i secondi organisti che possono svolgere, su richiesta e secondo necessità, servizio presso una delle chiese che posseggono un organo a canne. I requisiti e le modalità di richiesta ed accettazione della domanda sono i medesimi previsti per la titolarità.