Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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domenica 17 marzo 2019

Il problema del (mancato) giusto compenso i musicisti di chiesa (professionisti) in Italia



È ben noto il problema del (mancato) giusto compenso ai musicisti (professionisti) che prestano la loro opera per la Chiesa cattolica in Italia: una questione che ha le radici nella mancanza di cultura ma anche in un fraintendimento dell’idea di volontariato.

L’idea che il talento possa essere inquadrato nell’ambito del volontariato è un’idea falsa. Il volontariato è certamente una modalità possibile per coloro che vogliono usare i propri talenti, ma non è, e non può essere, una modalità esclusiva. La nostra grande tradizione [...] è stata creata dal talento di artisti sostenuti dal denaro dei committenti e molto spesso si trattava di committenti espressione della Chiesa cattolica. Tutto ciò per un motivo molto semplice: anche gli artisti hanno il diritto di vivere.

Sembra veramente strano che si debba ripetere una cosa così banale come il fatto che l’operaio, colui che opera, ha diritto alla giusta mercede. [...] perché tra i cattolici si fa fatica a capire che chi presta un’opera qualificata deve essere compensato per farlo? [...]

Spesso sacerdoti e religiosi affermano che coloro che fanno servizio musicale nel culto divino dovrebbero donare volentieri le loro abilità al servizio della comunità, senza chiedere nulla in cambio. Ma perché [...] non affermano lo stesso a proposito di medici, avvocati e altri professionisti? Forse non hanno letto San Paolo, là dove dice un operaio merita la sua ricompensa? E perché la Santa Sede pretende la gratuità dal musicista ma non [...] dal fioraio, dal cerimoniere e da tutti coloro che si occupano di preparare le funzioni e la liturgia? [...]

La causa principale dell’intero problema è il basso livello di cultura da parte delle persone che reggono le sorti della Chiesa e anche di coloro che la frequentano regolarmente, un fenomeno relativamente nuovo che si riflette su ciò che i committenti sono disposti a pagare per l’opera prestata! [...]


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lunedì 11 marzo 2019

Quando il coretto pop fa cilecca...


Caro M.° Bottini,

domenica scorsa alla messa parrocchiale vi è stata una eccezionale defezione del coro "pop" più chitarre e percussioni: mi è toccato sostituirli suonando 'solamente' l'organo...

Ho potuto constatare - amaramente - che, pur avendo voluto appositamente intonare un paio dei loro canti soliti (Gen Rosso, RNS, Buttazzo etc. etc.), l'assemblea è rimasta muta...

Cosa trarre da questo episodio?

Faccio alcune ipotesi:

1) sono io che sono impedito: non sono capace di dare sensate intonazioni organistiche a questo tipo di repertorio, in modo che la gente intuisca quando deve iniziare a cantare;

2) è l'assemblea, dopo più di dieci anni che è abituata a sentire questo repertorio accompagnato da chitarre e bonghi (l'organo è comunque presente - per mia precisa scelta di non abbandonare - solo come "basso continuo"), che ha perso l'abitudine ad ascoltare l'organo e a capire lo stile di accompagnamento organistico;

3) il repertorio "pop", dopo più di dieci anni, non è stato recepito dall'assemblea, formata per lo più da ultra-settantenni (e pensare che i settantenni di oggi a metà anni Sessanta, epoca della "messa beat" erano poco più che adolescenti), ragion per cui è sostanzialmente controproducente la presenza di questo coro di adulti (sono tutti sulla cinquantina), accompagnati dai loro figli agli strumenti, che non è stato in grado di educare l'assemblea al canto liturgico, rendendola sostanzialmente "coretto-dipendente".

Non oso sottoporre al mio parroco le sopra esposte ipotesi: la mia presenza, dopo l'avvento del coretto pop, si è svalutata e ora l'organista conta meno del sacrestano!

Ad esempio, in occasione della venuta del vescovo per le cresime (impegnati a curare tanto bene il canto liturgico come nemmeno fanno durante il Triduo pasquale!), non si sono mai sognati di interpellarmi, anche solo per chiedermi "ci sarai tu oppure no?"...

Le confesso, caro Maestro Bottini, che io sono rimasto fedele al mio servizio esclusivamente per la venerazione che ho per il "mio" organo, pensando che sicuramente se me ne fossi andato, sarebbe andato in malora per inutilizzo!

Grato per la cortese attenzione, La saluto con viva cordialità.

Cosimo Quaranta
(organista nella Diocesi di Bagnoregio)

p.s.: suppongo che Lei, avendo scritto la biografia di Federico CAUDANA, conosca il vescovo cremonese Tranquillo Guarneri, buon musicista, che resse la nostra diocesi per un decennio: anche dalle nostre parti è conosciuto il suo delizioso mottettino eucaristico Ecce venio ad te.