Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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sabato 4 febbraio 2017

Per una sana censura liturgico-musicale...

Gentili lettori,

vi comunico che è stato ufficialmente presentato in Vaticano l'imminente convegno internazionale sulla musica sacra promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura (presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi) per celebrare il 50° anniversario dell'istruzione "Musicam sacram" (il cui testo completo si può consultare cliccando QUI) promulgata dal «Consilium» per l’attuazione della Costituzione sulla sacra Liturgia con l'approvazione del Papa Paolo VI (programma dettagliato del convegno cliccando QUI).


Per l'occasione (qui in calce riporto un paio di brevi cronache) sono state riservate parole di critica verso i repertori dei movimenti cattolici e messo l'accento sulla necessità di discernere tra ciò che è buono e ciò che è cattivo...


Io dico che per discernere bisognerebbe che la Chiesa si occupasse di fare una vera CENSURA per l'ammissione dei canti nel culto: questo va bene ed è ammesso, quest'altro invece non va bene e quindi è espressamente vietato!


Invece, finora quando mai avete sentito di un vescovo che vieti l'utilizzo di un canto perché melodicamente sciatto oppure perché è dotato di un testo non propriamente liturgico?!


Per fare questo ci vorrebbero, quanto meno, commissioni diocesane per la musica sacra che facessero qualcosa di utile invece di preoccuparsi semplicemente di vietare l'Avemaria di Schubert alle messe nuziali (per poi magari lasciar correre sulla esecuzione nei concerti d'organo della "Sinfonia col tanto applaudito inno popolare" di Padre Davide da Bergamo)!


Così, senza più precise indicazioni nonché istruzioni vincolanti, è naturale che ognuno può fare ciò che vuole perché, appunto, non vi è alcun obbligo da rispettare!


E del resto, come illudersi che la Chiesa "obblighi" a fare una cosa ben precisa in questa materia, quando la stessa succitata istruzione, di cui si celebra il quinto decennio dalla promulgazione, recita in incipit così:



- «È lecito SPERARE che i pastori d’anime, i musicisti e i fedeli, accogliendo volentieri e mettendo in pratica queste norme, uniranno, in piena concordia, i loro sforzi per raggiungere il vero fine della musica sacra "che è la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli"».

Badate bene: il legislatore ha subito dichiarato che non è sua intenzione imporre l'obbedienza della Chiesa tutta alle norme che andrà ad esplicitare nel documento, semplicemente si permette di sperare che quelle norme vengano accolte volentieri... altrimenti credo avrebbe detto apertis verbis:


- È fatto OBBLIGO ai pastori d’anime, ai musicisti e ai fedeli, di accogliere e mettere in pratica queste norme.


Altro esempio di opzionalità in "Musicam sacram" riguarda l'attuazione dei nn. 29, 30, 31 dell'istruzione (quelli che riguardano l'intelligente - e infatti oggi rarissimamente applicata! - proposta di attuare una gradualità nella partecipazione attiva dei fedeli al canto): indicazioni che non sono vincolanti in quanto 



- «[...] vengono PROPOSTI per la Messa cantata dei gradi di partecipazione [...]».

Insomma, senza norme condivise, come si può «sperare» che tutti procedano «in piena concordia»?! Ognuno farà come gli pare ed additerà l'operato degli altri come peggiore del proprio!

Ringraziandovi per la cortese attenzione, vi saluto con affranta devozione.


Paolo Bottini



Cremona, il 4 febbraio 2017

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02 febbraio 2017
Bocciate le musiche dei movimenti cattolici dei Focolari, Comunione e Liberazione, Carismatici, Neocatecumenali e Taizè. Il livello «è quasi sempre modesto e non rispetta la diversità di culture».

CITTÀ DEL VATICANO , 02 febbraio, 2017 (ACI Stampa)
di Veronica Giacometti
Come valutare il peso del cambiamento nella concezione della musica di Chiesa, 50 anni dopo l’Istruzione Musicam Sacram? Come rivisitare il luogo e il ruolo del musicista di Chiesa? Si può riproporre oggi il tema della musica sacra nelle parrocchie e nella liturgia? Rispondere a queste domande è uno degli obiettivi che si propone il Convegno, presentato oggi dal Pontificio Consiglio della Cultura, “Musica Sacra: culto e cultura a 50 anni dalla Musica Sacram”.

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