Egregio M.° Bottini,
lo dico con una certa amarezza: in questo momento non svolgo servizio liturgico in qualità di organista!
Ci sono diverse circostanze che hanno determinato questa situazione.
La mia "carriera" di organista liturgico è consistita in un peregrinare tra diverse parrocchie seguendo i parroci più o meno interessati a un servizio liturgico basato su sobrietà e decoro (pochi canti di popolo, musica d'organo alla mia portata).
Gli ultimi anni li ho trascorsi in una piccola parrocchia suonando alla messa delle 7.00 (sic!) con serenità, senza polemiche parrocchiali o "corsi di formazione serali" da parte di "commissioni liturgiche", direttori vanitosi, organisti (sè-dicenti) gelosi e una lista infinita di richieste inutili. Purtroppo sullo scorcio del 2019 è mancato il parroco di questa realtà passando sotto il controllo di una unità pastorale.
Sono andato avanti a suonare sino alla pandemia, al termine delle prime fasi della quale mi è stato chiesto di riprendere, ma per motivi personali ho dovuto a malincuore declinare. A quel punto sono stato sostituito da altre persone e nessuno mi ha mai chiesto nulla.
Ad oggi si sono accavallati impegni familiari sempre più gravosi, un lavoro molto intenso e sinceramente non ho tanta voglia di stabilire dei contatti con realtà sempre più edulcorate dove l'impressione è sempre che mi facciano suonare per favore... vedremo col tempo.
Suono ogni tanto quando vado in vacanza in una ridente località marittima, ove antichi legami con il parroco mi permettono di essere sempre il benvenuto.
Mi spiace molto perché ho sostenuto molti restauri, promosso concerti, scritto di organi, senza però nessuna riconoscenza e con poca fortuna per gli organi stessi, sempre messi da parte per cori, elettronici, chitarre, giovani tutti dilettanti allo sbaraglio... al contrario mai per organisti professionisti (che magari mi sarebbe piaciuto stare in chiesa ad ascoltare, da semplice fedele, senza mettere le mani sulla tastiera...).
La ringrazio per aver accolto questo mio amaro sfogo.
Cordiali saluti
Paolo Crescenzio
(ex organista liturgico nella diocesi di Trevi)
Condivido in pieno quanto scrive. Vivo la medesima situazione. Siamo costretti a peregrinare finché non si trova qualche rarissimo sacerdote disponibile ad una liturgia semplice, sobria, bella, senza canzonette liturgiche, magari con un po' di Gregoriano. Teniamo duro! Preghiamo e manteniamoci in esercizio, in attesa di tempi migliori! G. Corradi, Pistoia
RispondiEliminaPurtroppo esistono anche casi al contrario. Sono da poco parroco in una parrocchia del sud, dove è fortissima l'emigrazione verso altre regioni d'Italia, e pur annoverando tra i miei parrocchiani diversi diplomati al conservatorio non riesco a trovare un organista (beninteso, a pagamento) per la messa serale, perché i giovani vanno a Padova, Ravenna, Bologna e se va bene a Roma. Purtroppo, chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane!
RispondiEliminaEgregio M Bottini, non avrei mai pensato di scrivere ma visto il commento sopra citato a me è successo anche di peggio: sono stato organista del Duomo di Orvieto per 51 anni ( dal 1969 al 2020) assunto dall’Opera del Domo, un consiglio di amministrazione laico, con contratti di ogni genere dipendente, libero professionista, a progetto, co co co e chi più ne ha più ne metta, avevo 5 domeniche all’anno di ferie che potevo prendere soltanto in tempi ordinari, ossia solo se non c’erano cerimonie particolari, il servizio era la messa delle 11 e quella delle 18 tutte le domeniche e tutte le feste di precetto dell’anno più quelle straordinarie che possono capitare in una Cattedrale come quella di Orvieto in poche parole sono stato impegnato tutte le domeniche e le feste dell’anno per 51 anni senza mai assentarmi una sola volta. In maniera periodica mi occupavo dell’accordatura delle ance, ho seguito due restauri importanti dell’organo, uno nel 1975 e uno nel 2014 come direttore dei lavori senza aver mai percepito un centesimo per tutto quello che facevo al di fuori del compenso pattuito come organista. Nel periodo della pandemia decisi che era giunto il momento di interrompere l’incarico di organista, vista anche la mia età. Ecco perché ho voluto scrivere, non avrei mai immaginato che il consiglio di amministrazione dell’Opera del Duomo non mi dicesse neanche CIAO dopo tutti gli anni di servizio che ho passato dentro la Cattedrale può immaginare Maestro la mia delusione che mi ha costretto a passare per vie legali che non sono ancora finite. Voglia Scusarmi per questo mio sfogo ma mi sono sentito così avvilito che ancora non riesco a comprendere come si può essere così insensibili nei confronti di chi si è sempre reso disponibile ad ogni richiesta che veniva fatta, specialmente da un consiglio di amministrazione con membri espressione anche della Chiesa. Un cordiale Saluto Nello Catarcia
RispondiEliminaSuono da oltre 30 anni, ho donato ogni mio tempo libero,ho suonato da sola e ho formato un coro,ho organizzato concerti spirituali,animato celebrazioni da sola suonando e guidando con la mia stessa voce,ovviamente senza assolutamente neanche pensare ad una retribuzione, Ho fatto anche formazione con i 3 anni di MLO.
RispondiEliminaMi sono permessa di dire al nuovo parroco che i tempi liturgici sono da rispettare nella scelta dei canti….ma lui vuole le canzonette e come canto di ingresso del giovedì santo Osanna eh…….vi pare cosa?