Gentili lettori,
sappiate che sono ormai passati più di vent'anni dopo il convegno "L'organista nella liturgia" promosso a Firenze dalla Associazione Italiana Santa Cecilia!
Mi auguro che tra gli organisti italiani vi siano ancora oggi molti che sperano in una migliore attenzione dei vescovi a tutto ciò che, nell'ambito del culto divino, può intendersi genericamente per "musica sacra", ovvero innanzitutto il canto liturgico popolare (materia che dovrebbe essere prioritaria ma che invece - lo vediamo ben tutti da decenni - è proprio la più trasandata, non essendovi alcun progetto unitario di iniziazione dei fedeli cattolici alla preghiera cantata), poi eventualmente la polifonia vocale (quanti cori sono stati smembrati in nome della - spesso fraintesa - «partecipazione attiva» dei fedeli?!), infine la musica per organo (che più ci interessa, anche se purtroppo lo spazio per la musica organistica è sempre più messo all'angolo).
A me sembra che l'attenzione dei vescovi per la musica sacra sia direttamente proporzionale al loro impegno per la valorizzazione della liturgia tout court: pressoché nullo! [*]
Spero dunque che a nessuno venga in mente di organizzare un altro convegno senza prima aver visto res, non verba!...
Grazie per la cortese attenzione.
Paolo Bottini
Cremona, il 31 ottobre 2022
[*] A conferma di questa apparentemente forte affermazione, desidero riportare la testimonianza di Giacomo BAROFFIO resa in occasione “XXXV Semana de estudios gregorianos” presso Abadia Santa Cruz del Valle de los Caidos il 29 agosto 2014): «Penso spesso a un incontro di anni fa con un autorevole cardinale della Curia romana. Alle mie lamentele sull’atteggiamento dei vescovi italiani nei confronti del canto gregoriano e della musica sacra, il porporato mi disse testualmente: “Il fatto che i vescovi italiani non apprezzino il gregoriano e la musica sacra è la conseguenza di una situazione ben più grave e delicata. La maggior parte dei vescovi non ha nessun interesse per la liturgia!”. Peccato che queste parole il cardinale non le abbia tuonate davanti all’assemblea generale della Conferenza episcopale». [l'autorevole cardinale in questione era Joseph Raztinger, ndr, 10/01/2023]
Gentilissimo Maestro Paolo Bottini, finalmente posso dire anche la mia opinione sullo scarso interesse generale - e non solo dei Vescovi - per la liturgia, la musica sacra e la musica d'organo: Il motivo del disinteresse va trovato nella sparizione del concetto di popolo e nella conseguente fine della musica che solo in un popolo può esprimere e ritrovare se stessa.
RispondiEliminaIl che equivale a dire in sintesi: la tecnologia ha condotto e ridotto l'uomo a comportarsi come un animale, vale a dire senza pensiero, senza ispirazione, senza Muse e infine senza ragione, fino a divenire puro istinto demenziale e animalesco).
Perciò o ritorniamo alla natura rifiutando in blocco, il più possibile, la tecnologia, oppure dovremo per sempre dire addio a liturgia, letteratura, filosofia, teologia, musica e all'umanità stessa. Macabra prospettiva... pur tuttavia essa mi sembra una visione abbastanza coerente e
comprensibile. Stia bene.
Fra' Giuseppe Gandolfo organista di Izmir (Turchia)
Oh ora basta con sta lagna. Dopo 20 anni abbiamo capito che la musica sacra nella chiesa cattolica ITALIANA é delegata ai laici. Il clero ha altro da fare, quindi rimbocchiamoci le maniche. Prima del concilio, ci lamentavano perché la chiesa era troppo clericalizzata. Oggi abbiamo il nostro ministero e le nostre responsabilità, basta mugugni. Le direttive le abbiamo ricevute. Il nemico della musica sacra é l' ignoranza musicale degli italiani. Nessuno suona più, nessuno canta più, fuori e dentro la chiesa. Gli italiani vengono cantati (in-cantati) dalla musica di consumo e questo gli basta. Decadenza musicale di una nazione.
RispondiEliminaUn organista di campagna