Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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domenica 27 luglio 2025

Concerti nelle chiese: evangelizzare con la musica (di d. Luigi Garbini)

 

don Luigi Garbini celebra messa in S. Marco a Milano in occasione di una delle iniziative del "Laboratorio di musica contemporanea al servizio della liturgia" a cura di Artache.it



CONCERTI NELLE CHIESE: 

EVANGELIZZARE CON LA MUSICA


di don Luigi Garbini


Non è difficile prendere atto che le nostre chiese sono spesso teatro di eventi musicali, per il clima scenografico di cui sono di per sé dotate, o a volte semplicemente in funzione di supplenza di uno spazio adeguato a quel tipo di musica; in entrambi i casi la musica e il canto abitano spazi che normalmente sono deputati alla preghiera personale e collettiva dei membri della comunità cristiana. Occorre pertanto tematizzare il fenomeno dei concerti nelle chiese affinché esso non sia lasciato all'arbitrarietà, ma divenga un fatto pastorale.

1. Nella stesura del progetto pastorale di una comunità cristiana dovremmo poter trovare un certo equilibrio negli ambiti che riguardano l'evangelizzazione e quindi non dovremo dimenticare di offrire i nostri obiettivi. Ora, insieme all'amministrazione dei sacramenti, l'esercizio della carità e la catechesi, dovremmo prevedere anche momenti meno facilmente identificabili, ma ugualmente utili per offrire dei percorsi di evangelizzazione attraverso l'estetico che dà vita al mondo del sacro.

2. Per far questo occorre innanzitutto non considerare i concerti nelle chiese un fatto estraneo alla vita della comunità cristiana, oppure al massimo una questione di apertura/chiusura della chiesa. Meglio sarebbe chiedere all'ente o all'istituzione pubblica che organizza l'evento il coinvolgimento della comunità nella programmazione; questo non per sovrapporsi alla direzione artistica, ma per vivere quel momento dentro il luogo della preghiera con la coscienza di poter usufruire di un'occasione spirituale. A questo livello il Servizio per la Pastorale Liturgica potrà svolgere la sua funzione di supporto e consiglio nella programmazione di un evento musicale equilibrato e pertinente.

3. Una comunità cristiana vivace dovrebbe però essere essa stessa soggetto produttore di eventi musicali che si inseriscano nei tempi dell'anno liturgico e nei diversi momenti della vita che la riguardano (anniversari, momenti di preghiera straordinaria, festa del Patrono, preghiera per l'unità dei cristiani). Prendiamo ad esempio due casi diffusi.

3.1 I concerti d'organo. Se si dispone di un buono strumento sembrano per sé i più semplici, ma in realtà sono i più difficili perché possono trasformarsi in teatro per addetti ai lavori dove la preoccupazione filologica e stilistica non è sufficiente a rendere fruibile il momento musicale. Gran parte della letteratura organistica nasce da un'intenzione liturgica e mutua da questo background la propria ispirazione. Questo però oggi non è più così riconoscibile perché manca l'evidenza del riferimento e pertanto occorre richiamarlo. Dovremmo dunque porci questa domanda: cosa vogliamo comunicare con un concerto d'organo? Quale musica per questo tempo? Dichiariamo le nostre intenzioni e preoccupiamoci che siano manifeste.

3.2 I concerti di Natale. Un buon numero di comunità cristiane (oltre che enti e associazioni) prevede un concerto di Natale nel loro calendario e, anche se in questo caso il motivo è molto più chiaro del caso precedente, non sempre il prodotto è buono e funzionale al momento che si vuole celebrare. Ci dovremmo chiedere che tipo di sottolineatura ha bisogno oggi il mistero del Natale nell'economia dell'anno liturgico, e quali strumenti utilizzare per veicolare il messaggio. Forse potremmo cedere anche in questo caso ad uno squilibrio di peso, a discapito della centralità della Pasqua di Cristo, cuore e punto gravitazionale della vita intera della Chiesa.

4. Propositivamente, una forma che si impone come alternativa ai concerti nelle chiese e si precisa con evidenza come una scelta pastorale di evangelizzazione attraverso l'estetico è certamente l'Elevazione spirituale. I tentativi fatti hanno mostrato anche felici soluzioni che però devono ancora lasciare alle spalle, un certo dilettantismo che genera una giustapposizione dei registri espressivi a discapito di una complessiva coerenza interna. L'Elevazione spirituale, per mostrare la sua efficacia, deve essere una felice unione di chiarezza e pertinenza spirituale con la massima professionalità possibile, attraverso un equilibrio tra la musica, la poesia e le arti visive. Il Servizio per la Pastorale Liturgica è disponibile a offrire contributi che orientino la scelta e la programmazione di queste elevazioni. Dal momento poi che lo spazio è forma e materia della musica occorrerebbe innanzitutto lavorare per costruire o rinvenire gli spazi ideali per ciascun evento musicale, al fine di offrire dei percorsi che prevedano una corrispondenza tra musica e architettura.


don Luigi Garbini
(Servizio per la Pastorale Liturgica dell'arcidiocesi di Milano)

* * *


A don Luigi Garbini risponde don Stefano Varnavà:


Concordo con tutto ciò che è stato scritto (con linguaggio preciso anche se non così accessibile ai profani a una prima lettura) da don Luigi Garbini (servizio per la Pastorale Liturgica) col titolo "Concerti nelle Chiese: evangelizzare con la Musica".

A)  Ribadisco quanto è stato raccomandato dai Vescovi: "In occasione delle feste al Santo Patrono illustrate ai parrocchiani la sua vita, le sue opere, i suoi scritti.". Concordo con don Luigi che eseguire un semplice concerto (quasi sempre generico) per solennizzare la festa patronale sia un po' poco, o talvolta fuorviante. E' perlomeno un'occasione di evangelizzazione perduta. A questo proposito mi permetto di segnalare i numerosi Recital (REfuso di CITAzioni Letterarie e canti sulla vita specifica del Santo) che da anni eseguiamo con i due gruppi "GLI INTERPRETI" e "LE VOCI" nelle parrocchie (in salone o in chiesa) in occasione di tali festeggiamenti.
Ecco i titoli:
Sorella Chiara - Francesco d'Assisi - Come avrà fatto Don Bosco? - I fioretti di Sant'Antonio - I fatti di San Rocco - San Martino di Tours - San Vincenzo de' Paoli - Luisa de Marillac - Madre Francesca Rubatto - Angela Merici - Madre Clelia Merloni - Suor Elisabetta Redaelli - Da due cuori una famiglia - Don Luigi Guanella - Caterina da Siena - Ipotesi su Marco - Sant'Antonio del deserto - Sant'Alessandro Martire - Missionaria del Volto Santo (Suor Pierina de Micheli).  Agostino: un continuo andare - Francesco e il Sultano - Sr. Maria Teresa Scherer (Nostalgia di lei) Sr. Ulrica Nisch (La suora che parlava al suo Angelo Custode) - Don Carlo Salerio e Carla Orsenigo - Sì alla Chiesa (Sr. Eufrasia Jaconis).


B)  Oltre alle occasioni delle feste patronali ci può essere il caso che una associazione o il Comune stesso chieda in altri periodi l'uso della chiesa per un concerto strumentale o un concerto d'organo. In questo caso sarà opportuno tener presente quanto ha affermato Mons. Maggiolini: niente rock in chiesa, ma nemmeno musica classica o corale anche se vagamente "religiosa". Lo aveva sentenziato, sollevando parecchi malumori, Alessandro Maggiolini, vescovo di Como e Sondrio… Cosa diceva la Nota pastorale di Maggiolini? Ribadiva che il concerto "è un rito sociale da fruire come nobile espressione umana, imperniato sull'esecuzione di una o più composizioni musicali", la chiesa invece "è un edificio in cui la comunità cristiana si raduna per ascoltare la parola di Dio…". Per questo motivo venivano "proibiti programmi musicali non consoni alla santità del luogo". "Perché la mia testardaggine nel diniego o, almeno nel non entusiasmo? Perché talvolta - commentava il vescovo Maggiolini - in barba a tutte le norme e a tutti i permessi, si eseguono in chiesa pezzi profani di melodrammi, canzoni di montagna o canzonette che starebbero meglio nelle feste di partito o durante cene sociali".


Giusto anche quanto scrive don Luigi al punto 2. :
2. Per far questo occorre innanzitutto non considerare i concerti nelle chiese un fatto estraneo alla vita della comunità cristiana, oppure al massimo una questione di apertura/chiusura della chiesa. Meglio sarebbe chiedere all'ente o all'istituzione pubblica che organizza l'evento il coinvolgimento della comunità nella programmazione; questo non per sovrapporsi alla direzione artistica, ma per vivere quel momento dentro il luogo della preghiera con la coscienza di poter usufruire di un'occasione spirituale. A questo livello il Servizio per la Pastorale Liturgica potrà svolgere la sua funzione di supporto e consiglio nella programmazione di un evento musicale equilibrato e pertinente.

È opportuno quindi, nel caso non ci sia nella parrocchia un gruppo di animatori musicali capaci di mettere in evidenza - nella presentazione di brani musicali - l'aspetto spirituale e dottrinale del Concerto, rivolgersi al Servizio per la pastorale Liturgica.

Al punto 3.2 don Luigi scrive "Ci dovremmo chiedere che tipo di sottolineatura ha bisogno oggi il mistero del Natale nell'economia dell'anno liturgico, e quali strumenti utilizzare per veicolare il messaggio. Forse potremmo cedere anche in questo caso ad uno squilibrio di peso, a discapito della centralità della Pasqua di Cristo, cuore e punto gravitazionale della vita intera della Chiesa." Tutto giusto, basta che non si passi all'eccesso opposto. In questo Natale, in un importante teatro di Milano (Il "Piccolo") si dava "Il Mistero della Croce": dategli almeno il tempo di nascere a questo povero Gesù! Oppure, come succede in tantissimi parrocchie, nel tempo precedente alla Pasqua si tengono conferenze e concerti su tutti gli argomenti soprattutto di carattere sociale, ma non si ricordano mai alla gente i giorni dell'incomprensione, delle umiliazioni e della passione di Gesù, preludio incontrovertibile alla Sua Resurrezione.

C) Sempre per dare una formazione e un messaggio spirituale ai fedeli non ci sono solo i concerti, d'orchestra e d'organo, ma anche le audizioni. Si tratta cioè di far ascoltare attraverso una registrazione ben fatta (CD o musicassetta) dei brani o delle composizioni religiose, presentate e fatte seguire con un testo ben evidenziato.
Esistono tantissime produzioni che, se ascoltate in silenzio e raccoglimento, portano un messaggio cristiano molto forte. Ad esempio la Passione di San Matteo di Bach, quella di San Marco di Perosi, lo Stabat Mater di Rossini, il Messia di Haendel, il Magnificat di Durante etc.
N.B. - Tutte opere di cui ho allestito un libretto in italiano per poterrne seguire l'ascolto.


* * *


Don Luigi GARBINI, ordinato sacerdote a Milano nel 1994 dal cardinale Carlo Maria Martini, ha fondato il Lmcsl, un laboratorio di musica contemporanea al servizio della liturgia che dal 1999 ha catalizzato l'attenzione del gotha del mondo della composizione, da Petrassi a Donadoni a Francesconi. La casa discografica "Stradivarius" ha prodotto un disco del LmcsL nel 2000, al quale ne sono seguiti altri. Responsabile delle attività musicali della curia milanese, don Luigi Garbini è coordinatore della rassegna La Musica dei Cieli. Voci e musiche nelle religioni (che nell'edizione del dicembre 2004 ha ospitato artisti come l'israeliana Noa e Giovanni Lindo Ferretti) e direttore artistico del ciclo di eventi multimediali curata dalla diocesi ambrosiana Pause (cui ha partecipato il compositore tedesco Karlheinz Stockhausen). Nel marzo 2004 don Luigi Garbini avrebbe voluto invitare Adriano Sofri a leggere La ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde nel Duomo di Milano. La notizia suscitò molte polemiche e venne riportata dai principali quotidiani. È autore dei seguenti libri: Al buio si ascolta meglio. La musica nelle orecchie degli scrittoriBreve storia della musica sacra. Dal canto sinagogale a Stockhausen; Una musica tutta per sé (La musica sacra non esiste).



giovedì 19 giugno 2025

Sul cosiddetto organo "a canne" (di Pier Paolo Donati)

Paolo Bottini all'organo
della chiesa collegiata dei santi Martino e Stefano
in Serravalle Scrivia [foto di Fabio Macera]
 


Sussiste, e di giorno in giorno si diffonde nell’uso, un altro modo di dire veramente deprecabile: quello che specifica come gli organi siano dotati di canne. 

Si scrive e si legge organi a canne in ogni dove, dalle riviste di categoria ai giornali. Passi per quest’ultimi, ormai buoni al più per involtare il pesce, ma colpisce che siano caduti così in basso anche coloro che dovrebbero difendere lo strumento, e nettamente distinguerlo dalle sue tecnologiche imitazioni: ovvero dai famosi pornofoni, come ai bei tempi ebbe a definirli Oscar Mischiati che ne detiene il copyright.

Il fenomeno si accompagna all’imbarbarimento e alla corruzione della lingua italiana, tanto avanzato da far temere della sua sopravvivenza, data la situazione in cui versano le istituzioni scolastiche. Ci si chiede come se ne potrà fare un uso letterario dopo l’alluvione di anglismi d’accatto, dopo il deserto seguito alla scomparsa di sinonimi, locuzioni e perifrasi, dopo la riduzione del lessico alle cento parole in uso presso l’infinita sorta di lemuri che ossessivamente titillano una moderna versione di lanterna magica.

Sul tema della lingua, viene a taglio una poesiola che chi scrive volle dedicare alla figlia minore nel 2007, in occasione della raggiunta maturità, per spronarla ad esercitarsi nell’acquisizione di un linguaggio almeno appropriato se non eloquente. L’occasione è propizia per riprodurne un tratto:

Chi ripone ogni sua cura
A scansare l’ovvio e il vieto
In qualsiasi congiuntura
Predispone il fine lieto.

Al contrario chi si ferma
Al tritume del linguaggio
Avrà spesso la conferma
Che è inadatto per l’ingaggio.

Se offri idee al momento buono
Con un lessico adeguato,
La proposta acquista tono
E il successo è assicurato.

Dunque, ripassiamo insieme
Qualche punto a cui badare,
Con la cura di chi teme
Nell’errore d’inciampare.

Ringraziando il mecenate
Con il verbo più appropriato
Per le offerte che ha donate,
Non si scriva «supportato»!

Si dirà che ha sostenuto,
Favorito ed appoggiato;
Che ha prestato il proprio aiuto,
Sovvenuto e secondato.

Ormai nulla è più evidente,
Né si staglia ovvero appare;
Tutto «emerge» immantinente:
Mai risulta, oppur compare.

Così quando ognun s’appresta
Al colloquio con persone,
Sappia allora che il purista
La chiamata vi dispone:

Un incontro è presto fatto,
Si può anche convocare,
Purché mai s’usi lo sciatto
E aborrito «contattare».

Chi per solito si appella
A «una serie di questioni»,
Chi ti fa «un certo discorso»
Senza dare spiegazioni,

È un uccello imitatore,
Quasi fosse ammaestrato,
Che ripete a tutte l’ore
Un linguaggio affatturato:

Per esordio: pone «Allora!»,
A cui appressa un «Detto questo»;
Se spiegato non si è ancora,
Un «quant’altro» aggiunge lesto.

Chi ha l’«approccio» del problema,
E chi vuol «Filosofia»
Alla guardia del sistema
Che ti vende mercanzia.

Chi si pone «a monte» e «a valle»,
Chi discetta di «livello»,
Beh! costui non reca a spalle
Della lingua il gran crivello.

E chi usa l’«attimino»,
Che già l’attimo è fuggente,
molto avanti è nel cammino
Per ottundersi la mente.

Qui vi è un «grosso personaggio»,
Là si vuol «fidelizzare»;
Non vi è alcuno in vasto raggio
Che non voglia anglicizzare.


Quel che manco riesce a dire / Nella lingua sua natale. La poesiola non finiva con questo verso, ma la chiusa sembra appropriata a quanto esposto sopra.


sabato 7 giugno 2025

Musica di stampo "teatrale" nel culto divino delle chiese italiane durante il secolo XIX

 


«[...] Se le musiche di Chiesa al dì d'oggi, non senza gravissimo danno del Divin Culto e della pietà cristiana, si sono trasformate in musiche teatrali col cambiar le parole profane in sacre, noi Vescovi in niun altra miglior maniera, e più efficace possiam riparare agli scandali e disordini, il quali in occasione di siffatte musiche si commettono, che coll'attendere a ristabilire nelle nostre Chiese il canto veramente ecclesiastico, canto, voglio dire, grave, modesto, religioso, e specialmente nelle Chiese cattedrali, e collegiate, come è appunto quella di Busseto, nelle quali viene prescritto il canto gregoriano. Se poi la Società de' Filarmonici di Busseto è sì smaniosa di far musiche onde spicchi la sua abilità, perché scegliere a ciò le Chiese, e non dare piuttosto pubbliche accademie, e concerti o in teatro, od in case private? [...]"
(Giovanni Neuschel, vescovo della diocesi di Borgo San Donnino, 14 febbraio 1839; citato in Gustavo Marchesi, Verdi, merli e cucù, Quaderno n. 1 di Biblioteca 70, Busseto 1979, p. 399) 

mercoledì 21 maggio 2025

«L'organo grande di questa chiesa ha bisogno di restauratione»!

 


Gentili lettori,

per la serie "Manutenzione?... Macché, l'importante è l'inaugurazione!", di cui alla pagina internet di "Organi & organisti" che si apre cliccando QUI, vorrei farvi parte che nel dicembre del 2023 ebbi comunicazione dal dottor Pier Giorgio CONTI delle sue dimissioni dall'incarico di organista della Cattedrale di Viterbo per le motivazioni da egli stesso esposte nella lettera che qui di seguito riporto:


- « Egregio M.° Bottini, Le comunico che il 5 dicembre u. s. mi sono dimesso con grande rammarico dall'incarico di organista della Cattedrale di San Lorenzo a Viterbo, ricoperto per 19 anni consecutivi. Il motivo del mio gesto di protesta è dovuto al fatto che l'organo, nonostante le mie ripetute richieste, da oltre dieci anni non ha più visto l'organaro e attualmente è in condizioni pietose. Faccio presente che lo strumento, uno Zenoni del 1964, è dotato di tre manuali e pedaliera e l'ultimo restauro risale al 2004. Oggi è funzionante il solo Positivo mentre il Grand'Organo ed il Recitativo sono fuori uso. Purtroppo devo prendere atto che nonostante il mio servizio completamente gratuito non mi è stato riconosciuto il diritto di avvalermi di uno strumento all'altezza del luogo di culto più importante di Viterbo, la Città dei Papi. La saluto cordialmente e Le auguro un Buon Natale. *Dottor Pier Giorgio Conti* » .


Il caso è simile a quello occorso nel 2023 all'egregio collega M.° Stefano RATTINI presso il Duomo di Trento causa palese reiterato disinteresse dell'Ordinario diocesano (ovvero il vescovo!) verso le condizioni di salute dell'organo, come si può leggere ancora su "Organi & organisti" cliccando QUI!

La vexata quæstio riguarda la sostanziale indifferenza verso quei periodici interventi di manutenzione che occorrerebbe effettuare ad una macchina - quale è l'organo - che col tempo si usura, si sporca, può guastarsi etc. e quindi necessiterebbe di programmate revisioni... Lo si fa con l'automobile e con la caldaia di casa... per quale motivo invece per gli organi è cosa da rammentare di continuo, dato che ordinariamente gli enti preposti non se ne occupano?!

A quanto pare è inveterato quest'accidioso italico uso: leggete qui di seguito le preoccupate parole - risalenti a più di quattro secoli fa - rivolte dagli operai in servizio presso Duomo di Arezzo ad un rappresentante della città medesima presso Firenze riguardo la necessità di cure verso l'organo del Duomo di Arezzo:


- « Molto magnifico ser Dionigi [Fabrizy, agente della Comunità di Arezzo in Firenze] osservandissimo, / L'organo grande di questa chiesa ha bisogno di restauratione e rifacimento in buona parte di mandici et anche ni si scuopri qualche canna che sarà di necessità fonderla di nuovo, et alle riparationi sudette, secondo il parere del maestro, ci vorrà spesa di scudi circa ottanta et ogni hora che mancassimo di riparare in questo principio l'organo, a poco a poco, che è quanto di buono e di bello in questa città, si verria a guastare, e si augmenteria la spesa e saria radoppiata e triplicata e si apporteria molto dispiacer all'opera. [...]. Di Arezzo il dì 19 di gennaio 1592 / Vostri affezionatissimi li operai del Duomo della città d'Arezzo » . [*]


Del resto, come affermava Leo Longanesi nel 1955, «Alla manutenzione, l'Italia preferisce l'inaugurazione»!

Grazie sempre per la vostra cortese attenzione.

Paolo Bottini

Cremona, il 5 dicembre 2024


[*] Archivio di Stato di Arezzo, Opera del Duomo, n. 43, Deliberazioni, c. 51 v., citato in: Pier Paolo Donati, Renzo Giorgetti, L'organo della Cattedrale di Arezzo / Luca da Cortona 1534-36. Note e documenti di arte organaria rinascimentale toscana, Calosci, Cortona 1990, p. 81.

- l'immagine in cima è tratta dalla pagina internet https://www.igiic.org/prodotto/restauro-organi-a-canne/
 

venerdì 17 gennaio 2025

Per una regolamentazione (ecclesiale) dell'ufficio di Organista nelle chiese

[Paolo Bottini all'organo positivo di scuola napoletana nella basilica di S. Maria di Campagna in Piacenza]

 


Qualcuno, tempo fa, esprimeva voti affinché [cito, aggiungendo tra parentesi quadre le mie glosse riguardanti l'hic et nunc!]:


1) gli organisti siano educati allo spirito liturgico, fonte d'ispirazione della loro missione artistica [ove presenti, percorsi di formazione liturgica per organisti sono semplicemente una proposta, nessun obbligo!];

2) nessuno venga ammesso ad esercitare l'ufficio di Organista nelle chiese senza formale autorizzazione delle Autorità Ecclesiastiche [purtroppo, siccome «ogni parroco è papa» - v. http://liturgiaetmusica.blogspot.com/2017/10/anarchia-liturgico-musicale.html -, a nessun prevosto passa per il cervello di rilasciare formale autorizzazione allo strimpellatore domenicale di turno, tanta manna se qualche vescovo ha sottoscritto più o meno formale atto di nomina dell'organista della sua Cattedrale!];

3) per la nomina di Organista o di Maestro si segua costantemente la norma e il risultato dei concorsi [nemmeno l'organista "titolare" della basilica di S. Pietro in Vaticano è stato nominato per concorso! Addirittura, ove si facciano bandi, si offre un posto di lavoro... gratuito (come presso la diocesi di  Altamura nel 2024)] ;

4) anche in Italia sorga la Federazione degli Organisti Italiani, aggregata all'Associazione Italiana Santa Cecilia [risulta invece essere incorporato nell'AISC un mero "segretariato organisti"; tra il 1994 e il 2011 esisteva la "Associazione Italiana Organisti di Chiesa", sodalizio uscito dagli auspici di alcuni convegni organistici promossi dall'Accademia di Musica Italiana per Organo di Pistoia]

5) i Comuni d'Italia, rievocando e rinnovando l'espressione di antiche provvidenze dei padri, restaurino nel bilancio annuale una equa dotazione per la Cappella musicale, focolare di cultura oggi come già un tempo, decoro d'arte ed espressione di fede [!]


Se oggi fosse finalmente convocata una nuova Adunanza Organistica nazionale - come la prima (di una serie) che si tenne nell'estate del 1930 a Trento, dai cui atti ho tratto i sopracitati auspici (v. «Bollettino Ceciliano - organo mensile dell'Associazione Italiana di Santa Cecilia», anno XXV, n. 9-10. set.-ott. 1930, p. 162) - forse si potrebbe presentare al tavolo della presidenza della Conferenza Episcopale Italiana la messa in opera (dopo quasi un secolo) di così sagge intenzioni!

Grazie per la cortese attenzione.


Cremona, il 17 gennaio 2025


giovedì 2 gennaio 2025

Nel trentennale dell'Associazione Italiana Organisti di Chiesa (1994-2024)

 



Giusto trent'anni or sono (settembre 1994) si costituiva a Pistoia l'Associazione Italiana Organisti di Chiesa con lo scopo precipuo di far riconoscere professionalmente (e quindi economicamente) il ruolo di organista liturgico (il primo presidente in carica fu Edoardo Bellotti) : il venir meno di questo scopo - dopo la disfatta della mancata firma del Contratto Nazionale di Lavoro per Musicisti di Chiesa nel 2002 - l'ha portata al progressivo dissolvimento per inedia!

Dopo il recente clamoroso caso di Altamura (in cui il vescovo diocesano ha bandito il posto di organista titolare della Cattedrale in cambio di un semplice «grazie»!) v'è da chiedersi se non siano magari giunti tempi migliori per poter pensare ad un nuovo sodalizio che possa stimolare efficaci intese tra Stato e Chiesa riguardo l'inquadramento lavorativo di coloro che hanno l'ardire di concludere un percorso accademico AFAM in organo...

Intendo dire, se i vescovi italiani non hanno (più) alcun interesse ad avvalersi di musicisti professionalmente competenti, quanto meno vedano di scoraggiare definitivamente l'istituzione di corsi AFAM in Organo per la Liturgia, che tutt'oggi sussistono in qualche Conservatorio, altrimenti si cade nell'ingenua sfacciataggine (!) del vescovo di Altamura (v. sopra)!

Ormai nel 2015 io proponevo la costituzione di un nuovo sodalizio di organisti professionisti: molti aderirono con entusiasmo... ma, si sa, quando è il caso di mettere in opera il motto "res, non verba"...

Grazie sempre per la vostra cortese attenzione e auguri di buona musica a tutti!

Paolo Bottini

Cremona, 8 settembre 2024