Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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sabato 27 luglio 2013

Chi cura la formazione liturgica degli organisti di chiesa?!


Mentre monsignor Antonio Parisi, direttore dell'Ufficio Musica Sacra nella Diocesi di Bari, ha modo di dare alle stampe questo volumetto mi duole considerare che, a ormai cinquant'anni dalla riforma liturgica, la Chiesa italiana (CEI) nulla ha fatto per la formazione di organisti liturgici, quando proprio questa figura ecclesiale sarebbe stato prioritario rafforzare, data la grande incidenza che possono avere un canto e una musica di qualità nell'ambito del rito!!

Fortuna che a formare organisti di chiesa se ne sono occupate un poco le diocesi (es. Cremona e Brescia) e addirittura, dal 2001, specificamente anche alcuni conservatori (tra gli altri, Bologna e Novara).

Non invece il Coperlim, in sé più che lodevole iniziativa formativa (anch'io ne sono uscito "diplomato" nel 2001), o il corso di musica liturgica "on line" - entrambi iniziative della CEI - i quali non si prefiggono punto la formazione "tecnica" dell'organista di chiesa...

Ad ogni modo, io sono convinto che la CRISI della MUSICA LITURGICA (perché in questo campo la "crisi" è nata appena dopo il Concilio e tuttora permane, essendosi nel frattempo aggravata!) sia dovuta al CROLLO DELLA LITURGIA (Ratzinger lo denunciò a chiare lettere ben prima di divenire papa!), in particolare del senso del sacro: la crisi del culto cattolico ha determinato la crisi della Chiesa stessa (in proposito vedasi è questo compendio uno studio sociologico di Massimo Introvigne molto interessante).

Ovvero, la tendenza dell'uomo d'oggi è quella di rapportarsi al sacro in maniera sempre più "amichevole" e "festevole", voglio dire che si preferisce stare alla presenza dell'Eucaristia non in ginocchio in adorazione, ma in piedi saltellando e blaterando... insomma: si tenta di annullare il "rito" per favorire il "convivio"...

Questa tendenza fa in modo, ad esempio, che una messa cominci così «Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo... Benvenuti a tutti, cari fedeli... gran caldo oggi eh?!...» a dispetto di quanto, invece, sobriamente suggerisce OGMR 50... e finisca così o peggio ancora così...

In questo mio scritto spiego meglio.

Sono convinto che il primo passo per un miglior decoro musicale del culto, non è la formazione di laici musicisti, bensì una rinnovata migliore formazione liturgica e musicale dei seminaristi stessi, futuri parroci e di fatto poi unici responsabili dell'andamento liturgico nelle proprie parrocchie; secondo passo sarebbe... l'introduzione dell'educazione al canto e alla musica nelle scuole d'ogni ordine e grado al fine di rendere i futuri fruitori della musica liturgica un poco più consapevoli e atti ad apprezzare una musica di qualità.

E poi... basta organizzare convegni, invece: res, non verba!!

La parola ora all'attuale consulente CEI per la musica sacra monsignor Vincenzo De Gregorio (buona restando l'invocazione di don Parisi che l'Ufficio Liturgico Nazionale della CEI si attrezzi di «un ufficio o una sezione di musica sacra al proprio interno»!)...

Grato per il vostro parere, saluto cordialmente.

Paolo Bottini