Il
16 agosto 2014 è iniziato l’anno bicentenario della nascita di S.
Giovanni Bosco. In proposito desidero ricordare un musicista
“salesiano” che fu tra i primi allievi dell’Oratorio di
Valdocco: Federico Caudana, il quale divenne nel 1907
organista e maestro di cappella del Duomo di Cremona e a partire dal
1924 tra i principali collaboratori (nonché, presto, intimo amico)
dell’editore bergamasco di musica Vittorio Carrara. Il testo sotto
riportato è tolto dalla biografia di Federico Caudana, dal sottoscritto
compilata per i tipi del «Bollettino Storico Cremonese» uscito nel
settembre 2009. Grazie
per la cortese attenzione. Paolo
Bottini
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Federico
CAUDANA, che «con Lorenzo Perosi e Franco Vittadini fu nel campo
della musica sacra uno degli autori più eseguiti per l'ispirazione e
la correttezza dello stile»,
nacque a Castiglione Torinese il 4 dicembre 1878 e morì a San Mauro
Torinese nella villa “Richelmy”, ove si trovava in villeggiatura,
il 29 luglio 1963; fu sepolto a Cremona il 31 luglio dopo funerali
solenni in cattedrale.
Rimasto
solo al mondo a soli quattro anni, per la morte di entrambi i
genitori, fu cresciuto dagli zii, in particolare da don Vincenzo
Caudana (fratello del padre e parroco a Pino Torinese) il quale lo
affidò successivamente all'Oratorio di San Francesco di Sales
(Torino-Valdocco) istituito da don Giovanni Bosco, ove entrò
all’inizio dell’anno anno scolastico 1892/93.
La
formazione che ricevette dall'ambiente salesiano condizionò
profondamente la sua vita: a testimonianza della sua “fede”
salesiana, tra le diverse opere di Caudana dedicate al grande santo
esiste una messa popolare ad una voce con organo composta
nell'ottobre 1956 e che l'autore volle dedicare a don Renato
Ziggiotti, all'epoca “rettor maggiore” della Società Salesiana.
Lo stesso Caudana bambino, inoltre, ebbe occasione di incontrare don
Bosco in persona:
Io
voglio bene a don Bosco ed ai Salesiani. Ho avuto il bene di
conoscere don Bosco nell'anno 1887 in settembre che di passaggio da
Chieri a Torino ha dormito, con un altro sacerdote che ho pure
conosciuto (don Branda), a casa mia: dopo quattro mesi è morto. È
per me una soddisfazione aver conosciuto un santo così grande.
Bisogna
sottolineare che don Bosco – buon dilettante d'organo, di violino e
pure compositore di musica (come testimoniato nella Vita di S.
Giovanni Bosco di don Giovanni Battista Lemoyne)
– aveva a cuore che i ragazzi ricevessero pure una seria educazione
musicale, per questo fondò a Torino la scuola di musica
dell'Oratorio di San Francesco di Sales il cui scopo era in primis
«promuovere la gloria di Dio contribuendo al maggior lustro delle
funzioni religiose sì nell'Oratorio che fuori», e in secundis,
«procurare un utile sollievo e un futuro mezzo di speciale risorsa
ai giovani artigiani più distinti per buona condotta e diligenza».
Ed
è proprio all'epoca degli studi ginnasiali presso l'Oratorio
Salesiano di Valdocco che emerse il talento
musicale del giovane Federico, quando il maestro Giuseppe Dogliani,
laico cooperatore nell'Oratorio, lo ebbe nella sua corale e,
probabilmente, gli impartì i primi insegnamenti di pianoforte
avviandolo così allo studio della musica, la quale durante quei
cinque anni di permanenza,
secondo i precisi intendimenti di don Bosco, costituì anche per
Caudana una costante presenza sia nella liturgia che nella
ricreazione. A Valdocco egli si trattenne sino al termine dell'anno
scolastico 1895/96 (perciò in un periodo posteriore alla presenza di
don Bosco, che morì il 31 gennaio 1888).
Le
cronache ci consegnano l'esecuzione di musica di Federico Caudana a
Valdocco ancora nel 1912 (dall'estate 1907 si trovava già a
Cremona): un «grandioso
Sacerdos
et Pontifex
del maestro F. Caudana, alternati colle soavi parti variabili in
gregoriano, ebbero davvero un'esecuzione meravigliosa» il
23 e 24 maggio 1912 da parte della schola
cantorum
dell'Oratorio Salesiano diretta da Giuseppe Dogliani.
Nel
1934 Caudana diventa il compositore salesiano laico per eccellenza
grazie alla pubblicazione della cantata Don
Bosco Santo,
originariamente dedicata «al mio illustre ed amato maestro Dogliani
Cav. Giuseppe degno figlio di don Bosco»,
la cui partitura venne pubblicata dall'editore Carrara nel numero di
settembre del medesimo anno del periodico «Melopea Educativa».
E
poi la canonizzazione di don Bosco, proclamato santo il 1 aprile
1934, spinge subito Carrara a progettare la pubblicazione di canti
utili per la messa propria in onore san Giovanni Bosco e a Caudana
«ex Allievo Salesiano» viene affidato il compito di mettere in
musica il testo «Contra spem, in spem credidit...»: ne esce un
mottetto di comunione a due voci pari con accompagnamento d'organo e
d'armonio che vien pronto il 20 aprile.
L'editore
di musica bergamasco Vittorio Carrara s'imponeva di mantenere, come
linea editoriale, una media facilità delle composizioni, in vista
della diffusione capillare in tutta Italia presso le tantissime
piccole scholæ
cantorum
e gli organisti dilettanti dalle limitate capacità, richiedendo
dunque ai propri collaboratori composizioni di facile approccio.
Ma
già nel 1894, a soli sedici anni, Caudana si mette in luce nel mondo
salesiano componendo Cinque cantate per Israele,
ma la vocazione di compositore è ben più precoce: a La
Spezia il 10 luglio 1889, non ancora undicenne, compone la romanza
per canto e pianoforte Ritornerà?;
a quest'epoca possiamo anche, quasi certamente, far risalire il
Valzer lento per
pianoforte, la cui partitura rimastaci possiede una tarda annotazione
autografa che ne rivela la composizione «quando era un giovinotto
sbarbato». Forse scrivibile agli anni di studio a Valdocco è
anche una melodia per tenore o soprano con pianoforte dal titolo
Canto dell'anima su versi di
Alfredo Morotti.
A
favore dell'ambiente salesiano, inoltre, non mancheranno per Caudana
occasioni di scrivere anche inni: nel 1943 ebbe occasione di mettere
in musica un testo, scritto da don Secondo Rastello del collegio
salesiano “Rota” di Chiari (Brescia), in omaggio al paese di
Precasaglio di Ponte di Legno sede della “Casa Alpina don Bosco”;
composto nel 1949 per il «prof. don Emilio Bonomi – Istituto
Salesiano don Bosco – via dell'Istria, Trieste» è il mottetto
Spiritus Domini, e in
villeggiatura a «Giaveno ore 10 del giorno 19 agosto 1959»
terminava di comporre un nuovo Inno ex allievi salesiani dopo
aver ricevuto solo mezzora prima «la poesia per mezzo di mio
genero Paolo».
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