Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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venerdì 8 ottobre 2021

Beato il popolo che ti sa acclamare (Sal 89, 16)



Una parola ai cori delle chiese.

Questi giorni i cori si ricompattano, dopo i riposi estivi e le strettezze del Covid. Qualche coro potrebbe avere la sorpresa di un respingimento. Già dei Vescovi e dei Parroci hanno allontanato dei cori.

La verità è che, dopo oltre mezzo secolo da quel Concilio che aveva messo al primo posto il canto dell'Assemblea, lo scopo non si è raggiunto: si è riusciti a silenziare la musica di altissima arte, ma non a far cantare la gente. Andiamo allo scontro? Non serve. 

Del resto si va in chiesa per pregare. Sì, è vero che il canto raddoppia la preghiera; ma se uno prega. I coristi non si offendano se osservo che il cantore guarda più alla partitura e al direttore, che a Nostro Signore. 

Torniamo agli inizi, ai tempi delle Catacombe. I Cristiani si riunivano per pregare; avevano pochi canti; e semplici, brevi. Tutti li cantavano. Con la libertà sono venuti gli esperti e i solisti. E hanno rubato il canto all'Assemblea. Ma ora: coristi di tutto il mondo, spargetevi per i banchi!

Sostenete il canto dei bambini, degli anziani, fino a che tutta la Chiesa non sia piena della loro e della vostra voce. Per uno, per dieci anni proclamate un digiuno corale! Poi tornerete ai vostri posti e tutti insieme proclameremo la gloria di Dio. 

Questo non è un insulto all'arte: la musica di Bach non sarebbe grande senza i semplici corali di Lutero.