Gentili lettori,
a cura di Paolo Bottini
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«Ognuno chiede in qual modo cantare a Dio. Canta a Lui, ma canta bene. Egli non vuole che le sue orecchie siano offese. Canta bene, fratello.» (S. Agostino, Esposizioni sui salmi, Commento secondo al salmo 32, paragrafo 8)
Liturgia & Musica
Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.
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domenica 18 ottobre 2020
Le parti cantate della nuova edizione italiana del Messale Romano: speriamo siano cantate (bene) dai nostri sacerdoti!
immagino saprete tutti che fra poco entrerà finalmente in vigore la nuova edizione italiana del Messale Romano.
La grande novità è che le partiture musicali non saranno più in appendice e/o come allegato asportabile, bensì 'infra', all'interno delle pagine del Messale e, quanto pare, in abbondanza e ispirate in particolar modo al canto gregoriano.
Vi è però un "però": posto che cantare non è obbligatorio, chi inciterà i nostri sacerdoti (e i seminaristi che sacerdoti diventeranno) a cantare, non solo, ma a cantare bene?!...
In proposito sant'Agostino ha scritto: «Ognuno chiede in qual modo cantare a Dio. Canta a Lui, ma canta bene. Egli non vuole che le sue orecchie siano offese. Canta bene, fratello» [S. Agostino, Esposizioni sui salmi, Commento secondo al salmo 32, paragrafo 8].
Ulteriori informazioni, con qualche exemplum di partitura, in questo articolo di presentazione apparso il 17 settembre 2020 su Avvenire.
Grazie per la cortese attenzione e buona lettura a voi.
Paolo Bottini
Cremona, il 18 ottobre 2020
sabato 3 ottobre 2020
Musica santa, bella, universale
Gentili lettori,
poco più di un anno fa Papa Francesco incontrò a Roma le scholae cantorum affiliate all'Associazione Italiana Santa Cecilia rivolgendo loro il discorso che si può integralmente leggere cliccando il seguente collegamento internet.
Desidero commentare alcune sue raccomandazioni (che non dicono - purtroppo - nulla di nuovo, solo ribadiscono alcuni concetti da tempo tanto consolidati... quanto disattesi nelle nostre parrocchie!):
- « [...] la Liturgia è la prima “maestra” di catechismo».
Certo, come insegna "Sacrosanctum concilium" n. 10, la Liturgia è «il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia»... Quante e quali energie vengono messe in campo dai vostri parroci a favore del culto divino (ancor prima che del canto e della musica) ?! ...
- «Una bella e buona musica è strumento privilegiato per l’avvicinamento al trascendente, e spesso aiuta a capire un messaggio anche chi è distratto».
Che qualcuno ci venga finalmente a dire quali sono le caratteristiche di una "bella" e "buona" musica, in modo da avere qualche parametro pratico per la scelta dei repertori vocali e organistici!
- Papa Francesco raccomanda di fare in modo che il canto sia «parte integrante della Liturgia» e tragga la sua ispirazione «al modello primo, il canto gregoriano».
Sappiamo bene tutti quanto il canto gregoriano sia negletto nelle nostre parrocchie (se qualcuno sapesse che l'Alleluja "delle pietre" fa parte del repertorio gregoriano... verrebbe abolito!!), quanto meno dovrebbe essere tenuto in considerazione dai compositori di nuove melodie per il canto liturgico...
- Il punto sostanziale del discorso di Papa Francesco alle scholae cantorum dell'AISC mi pare tuttavia il seguente: «Non una musica qualunque, ma una musica santa, perché santi sono i riti; dotata della nobiltà dell’arte, perché a Dio si deve dare il meglio; universale, perché tutti possano comprendere e celebrare. Soprattutto, ben distinta e diversa da quella usata per altri scopi».
Io penso che questi alti concetti di santità, bontà e universalità della musica sacra, mutuati da san Pio X, attendano ancora oggi di essere meglio specificati nel nostro operare ecclesiale: non parliamo della musica organistica (perché sicuramente, ad esempio, la musica per organo di Olivier Messiaen è buona e santa, dato che è intrisa di riferimenti cattolici... provate però a suonare a messa una delle sue composizioni e provate un po' ad immaginare quali potrebbero essere le reazioni del prete e della gente), ma limitandoci al canto liturgico, chi avrà mai il coraggio di stabilire quale canto è santo e quale no, quale ritornello è artistico e quale no, quale acclamazione è universale e quale no... San Paolo VI il 15 aprile del 1971 alle religiose addette al canto liturgico ammoniva: «Non tutto è valido, non tutto è lecito, non tutto è buono. Qui il sacro deve congiungersi con il bello in una armoniosa e devota sintesi». Se questo è vero, mi sembra evidente che qualcosa dovrà essere scartato... La domandona è questa: posto che le linee-guida ufficiali per la scelta dei repertori di canto liturgico esistono e che, come dice Papa Francesco, la musica per il culto divino deve differenziarsi da quella usata in altri contesti, lo stile melodico che ammicca al pop e alla musica cosiddetta "leggera", è ammissibile nel culto divino?!
Grazie per la vostra cortese attenzione e auguri di buona musica a tutti!
Paolo Bottini
Cremona, il 3 ottobre 2020, vigilia della festa liturgica di san Francesco d'Assisi
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