sono passati dieci anni da quando la Congregazione vaticana per l'Educazione Cattolica promulgava la nuova "Ratio Studiorum" dei seminari: praticamente il regolamento riguardo l'ordinamento didattico nei corsi teologici frequentati dai futuri sacerdoti.
Come potete leggere qui in calce, un capitolo a parte è dedicato alla musica sacra, con non indifferenti indicazioni normative...
Mi piacerebbe sapere nel frattempo in quale seminario sia stato istituito ad litteram quanto raccomandato dalla Ratio in materia di educazione al canto e alla musica, in particolare, ad esempio, «celebrare con afflato spirituale», favorire «la bellezza dei riti e la loro solennità» e soprattutto il seguente auspicio:
«I seminaristi siano educati alle varie espressioni di canto liturgico (gregoriano, polifonico, popolare e “giovanile”), imparando a esercitare il discernimento sulle priorità, sulle qualità liturgiche, artistico-musicali e testuali dei brani, e a distinguere le diverse opportunità pastorali di uso degli stessi, abituandosi a differenziare il canto per la liturgia da quello per altre attività pastorali».
Interessante - dico io - che si puntualizzi la questione del saper (ri-cito!) «esercitare il discernimento sulle priorità, [...] e a distinguere le diverse opportunità pastorali di uso degli stessi, abituandosi a differenziare il canto per la liturgia da quello per altre attività pastorali»...
Questa raccomandazione, mi pare, è dettata per evitare un livellamento verso il banale del canto liturgico... cosa che invece purtroppo mi pare accada ormai pressoché regolarmente con l'invasione nel culto dello stile canzonettistico "leggero" denunciato, tra gli altri, da Riccardo Muti!
Voi conoscete qualche parroco edotto in materia così come raccomanda la Ratio Studiorum?...
Res, non verba!!
Vi saluto con affranta devozione
Paolo Bottini
Cremona, 8 settembre 2016
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4. MUSICA SACRA
Obiettivi
La musica sacra - in particolare il canto sacro - è intimamente unita alla liturgia. Pertanto la conoscenza, la formazione e la pratica della musica per la liturgia devono abituare gli alunni a cogliere la stretta unità tra rito e azione liturgica, ed educarli ad ammettere nel culto divino le forme musicali della vera arte, avendo la musica sacra il solo fine della gloria di Dio e della santificazione dei fedeli. Tale formazione contribuirà alla pertinenza delle celebrazioni liturgiche nei seminari e alla preparazione di pastori capaci di celebrare con proprietà ed afflato spirituale i misteri divini, favorendo la bellezza dei riti, la loro solennità e la comunione ecclesiale che lo stesso canto del rito favorisce.
Contenuti
Il corso dovrà prevedere lo studio accurato dei principi basilari della musica liturgica secondo la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium e l’istruzione Musicam sacram, analizzandone i fondamenti teologici, antropologici, estetici e pastorali. Sarà inoltre necessario conoscere la disciplina e le norme fondamentali per il canto sacro e alcune indicazioni di base sull’animazione e sulla partecipazione dei fedeli. Di grande utilità potrà essere un breve panorama della storia del canto sacro.
Si insista sulla conoscenza della natura e della funzione del canto dell’ordinario della Messa (parti del presbitero, dei vari ministri, della schola cantorum e dell’assemblea), cui gli alunni dovranno abituarsi già nelle celebrazioni liturgiche in seminario. Si dia il giusto risalto al canto del proprio della Messa (parti variabili) e all’arte del salmodiare. Si affronti il tema del canto della Liturgia delle ore (innodia, salmodia e canti responsoriali).
I seminaristi siano educati alle varie espressioni di canto liturgico (gregoriano, polifonico, popolare e “giovanile”), imparando a esercitare il discernimento sulle priorità, sulle qualità liturgiche, artistico-musicali e testuali dei brani, e a distinguere le diverse opportunità pastorali di uso degli stessi, abituandosi a differenziare il canto per la liturgia da quello per altre attività pastorali. Si offrano alcune nozioni sugli strumenti musicali per la liturgia.
Didattica
– Conoscenza e uso del repertorio gregoriano fondamentale, che la Chiesa riconosce come proprio della liturgia romana.
– Conoscenza ed uso del repertorio nazionale di canti per la liturgia della Conferenza Episcopale Italiana.
– Esercitazioni sull’ordinario della Messa e sul canto del celebrante.
– Apprendimento di alcune nozioni base di teoria e solfeggio musicale e sull’uso della voce, e per il suono – anche solo sommario – di uno strumento musicale, preferibilmente l’organo a canne.
– Esercitazioni seminariali su alcuni aspetti particolari della musica sacra.
– Preparazione accurata, in forma di laboratorio, del canto liturgico per le celebrazioni.
– Esercitazioni sul canto della Liturgia delle ore, soprattutto degli inni e della salmodia.
[estratto da: Conferenza Episcopale Italiana, La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana. Orientamenti e norme per i seminari (terza edizione), Roma, novembre 2006]