E pensare che questo canto non ha ancora compiuto il mezzo secolo di vita: eseguito per la prima volta in occasione del 22° Convegno Universitario il 28 dicembre 1967 ad Assisi.
Chi l’ha composto? Ma nientemeno che il mitico Marcello Giombini!
Attenzione però: come lo conosciamo noi oggi, è la versione edulcorata - dall’uso trito e ritrito nelle nostre chiese in questi decenni - di un originale che nella prima incisione discografica suonava come potete sentire cliccando il seguente collegamento!!
Una cosa impressionante: il puro stile beat dell’epoca (con Hammond, chitarra elettrica e voce solista di uno che sembra un po' mal registrato!) applicato ad un testo religioso!
Al di là del falso problema della legittimità di questo modo di far musica nella liturgia (ovvero lo stile della musica profana che entra nel culto divino) - falso problema perché in realtà è sotto gli occhi (anzi le orecchie) di tutti che in tantissime chiese in Italia oggi lo stile musicale dei canti che va per la maggiore è proprio quello ritmico-sincopato tipico della musica leggera - ciò che mi colpisce è la forma della composizione che, a mio parere, deve ispirare il compositore di canti liturgici oggi: un brevissimo ritornello che possa essere spontaneamente ripetuto per imitazione dall’assemblea, alternato ad altrettanto brevi versetti cantati da un solista (o semmai da un gruppo corale).
Sarebbe la carta vincente per promuovere con tutta facilità la tanto ricercata e necessaria "partecipazione attiva" dei fedeli al culto (cfr. SC 15, 19, 30, 48)... nonché per eliminare dalle panche delle nostre chiese i libretti dei canti e l’introduzione di un nuovissimo botta-risposta tra i suonatori e cantori domenicali: «Raga’, chessi-canta-oggi?... - Mavvai tra’, fratello, ci cantiamo l'antifona d'introito del messale, no?!»
Ecco, io ho deciso di perseguire proprio questa strada con questa mia nuova iniziativa www.cantiperlamessa.it , ispirandomi direttamente alle antifone del Graduale Romano ma andando nella direzione di uno stile melodico più "moderno".
Il tutto per obbedire alla raccomandazione posta al n. 121 della costituzione sulla liturgia "Sacrosanctum Concilium" promulgata dal Concilio Vaticano II:
«I testi destinati al canto sacro siano conformi alla dottrina cattolica, anzi siano presi di preferenza dalla sacra Scrittura e dalle fonti liturgiche».
Per la serie: «cerchiamo un nuovo canto per l’Avvento?! - No, dài, partiamo prima da "Sacrosanctum Concilium" e vediamo cosa ci chiede!».
Penso che non possa dichiararsi cattolico chi non si metta in ascolto di un Concilio (consesso di vescovi convocato dal Sommo Pontefice) le cui deliberazioni sono promulgate sotto diretta azione dello Spirito Santo: chi va contro un Concilio, va contro il Papa e la Chiesa!
Meditate, gente...
Grazie per la cortese attenzione e buon Avvento a tutti.
Cremona, 8 dicembre 2015, solennità dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria
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