Paolo Bottini all'organo della chiesa collegiata dei santi Martino e Stefano in Serravalle Scrivia [foto di Fabio Macera] |
Sussiste, e di giorno in giorno si diffonde nell’uso, un altro modo di dire veramente deprecabile: quello che specifica come gli organi siano dotati di canne.
Si scrive e si legge organi a canne in ogni dove, dalle riviste di categoria ai giornali. Passi per quest’ultimi, ormai buoni al più per involtare il pesce, ma colpisce che siano caduti così in basso anche coloro che dovrebbero difendere lo strumento, e nettamente distinguerlo dalle sue tecnologiche imitazioni: ovvero dai famosi pornofoni, come ai bei tempi ebbe a definirli Oscar Mischiati che ne detiene il copyright.
Sul tema della lingua, viene a taglio una poesiola che chi scrive volle dedicare alla figlia minore nel 2007, in occasione della raggiunta maturità, per spronarla ad esercitarsi nell’acquisizione di un linguaggio almeno appropriato se non eloquente. L’occasione è propizia per riprodurne un tratto:
Chi ripone ogni sua cura
A scansare l’ovvio e il vieto
In qualsiasi congiuntura
Predispone il fine lieto.
Avrà spesso la conferma
Che è inadatto per l’ingaggio.
Con un lessico adeguato,
La proposta acquista tono
E il successo è assicurato.
Qualche punto a cui badare,
Con la cura di chi teme
Nell’errore d’inciampare.
Con il verbo più appropriato
Per le offerte che ha donate,
Non si scriva «supportato»!
Favorito ed appoggiato;
Che ha prestato il proprio aiuto,
Sovvenuto e secondato.
Né si staglia ovvero appare;
Tutto «emerge» immantinente:
Mai risulta, oppur compare.
Al colloquio con persone,
Sappia allora che il purista
La chiamata vi dispone:
Si può anche convocare,
Purché mai s’usi lo sciatto
E aborrito «contattare».
A «una serie di questioni»,
Chi ti fa «un certo discorso»
Senza dare spiegazioni,
Quasi fosse ammaestrato,
Che ripete a tutte l’ore
Un linguaggio affatturato:
A cui appressa un «Detto questo»;
Se spiegato non si è ancora,
Un «quant’altro» aggiunge lesto.
E chi vuol «Filosofia»
Alla guardia del sistema
Che ti vende mercanzia.
Chi discetta di «livello»,
Beh! costui non reca a spalle
Della lingua il gran crivello.
Che già l’attimo è fuggente,
molto avanti è nel cammino
Per ottundersi la mente.
Là si vuol «fidelizzare»;
Non vi è alcuno in vasto raggio
Che non voglia anglicizzare.