Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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domenica 27 febbraio 2022

Pretibus frettolosibus



Venezia, 28 novembre 1564: i Procuratori della Serenissima ordinano che 

«alcuni delli Canonici, Sottocanonici, né altro Sacerdote sia qual si voglia, non ardiscano interrompere li suoni delli organi mentre si soneranno, ma debbano star quieti et con patientia fino a tanto che li organisti verranno ad haver finito li suoi suoni: et finito che havrà cadauno de' detti organisti li suoi suoni, debbano poi essi preti seguitar li soi ordini, et consuetudini».  
[G. Benvenuti, Andrea e Giovanni Gabrieli e la musica strumentale in Italia, in «Istituzioni e Monumenti dell'arte musicale in Italia», vol. I, Ricordi, Milano 1931, p. XLVI; citato in Sandro Dalla Libera, L'arte degli organi a Venezia, Civiltà Veneziana - Studi 13, Fondazione Giorgio Cini, Venezia post 1962, p. 32].

Dedicato a tutti quegli organisti che osano dilungarsi all'Offertorio e che, per questo, vengono sopraffatti dal «Pregate, fratelli e sorelle» dei pretibus frettolosibus!!


4 commenti:

  1. La musica offertoriale accompagna il rito, sia nel caso della processione offertoriale che nel caso in cui questa non si faccia. Se il rito termina, anche la musica dovrebbe terminare, essendo a servizio del rito. E' inutile imporre il completamento di un brano o di un'improvvisazione che duri qualche minuto dopo la fine del rito. Qualche secondo è tollerabile, ma non oltre. Per cui è il caso di scegliere un brano che abbia diversi possibili punti di interruzione, o meglio ancora improvvisare in modo da poter calibrare in diretta la durata dell'intervento musicale rispetto alla durata del rito.

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    1. Sig. Giuseppe Verardo non ha capito nulla , proprio nulla, del valore della musica dell'organo in una liturgia. La voce dell'organo non è un addobbo alle funzioni, ma è parte stretta di una cerimonia: è preghiera, è raccoglimento per pensare un attimo all'Infinito, all'Eterno. Non e' un disturbo alle parole che il celebrante reciterà in fretta e furia. Non ha compreso proprio nulla: si può pregare anche solo con l'ascolto di un brano di musica all'organo. Disturbano, invece, le castronerie che tanti preti frettolosi sbattono in faccia ai fedeli: senza significato e prive di sentimento. Disturba , ancora, vedere che molti celebranti attendono la fine della musica con le mani giunte davanti alla bocca o sotto il naso e poi distribuire la comunione: grande schifo, orribile ribrezzo. Lei non vede queste cose, vede la formalità ma non il significato religioso di un pezzo di musica sacra scritta non da strampalati avventurieri, ma da Musicisti col do di petto e non sto a fare degli elenchi. Ci pensi, non stia a rispondere arrampicandosi sugli specchi; l'ha fatta fuori dal vaso e basta; metta la coda tra le gambe e pedalare! *Maurizio Caminati*

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  2. Sono d'accordo con Giuseppe Verardo.
    C'è da sottolineare che il Rito romano antico prevede un offertorio decisamente più lungo e articolato rispetto al nuovo rito, pertanto i brani erano calibrati tenendo conto di questa tempistica. Oggi se si ha a disposizione 1 minuto è tanto...

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  3. Nella mia umile esperienza:
    1) di solitol'offertorio del nostro sacerdote dura al massimo 1 minuto
    2) per cui io mi regolo con brani che possano durare poco , a volte preferisco improvvisare qualche melodia semplice su giri armonici facili e semplici, che abbiano il carattere di raccogliemtno corretto/adeguato
    3) se l'organo è posto in posizione che riesca a vedere il sacerdote è facile regolarsi di conseguenza, certo se dura 10 o 20 secondi in più nessun roblema, ma di solito cerco di terminare il brano appena dopo il lavaggio delle mani.
    4) i TEMPI SONO CAMBIATI: nel 1500 la messa poteva durare anche 2 o 3 ore.. era cantata , il pubblicola seguiva davanti alle quntie che erano quasi sempre chiuse al pubblico da tende e coltri... ci si deve adeguare anche alle tempistiche, riservando brani di maggiore lunghezza ed impegno all'inizio messa (iniziando prima dell'ingresso) ed all'uscita.... chi vorrà resterà ad ascoltare :)

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