L'angolo di Pietro Nonis
MUSICA SACRA. Ancora nel Novecento, la Chiesa coltivava con passione. Poi il declino
Perché il popolo cristiano non canta più
La comunità cristiana svolge una sua attività culturale fin dai suoi primordi. Pensiamo all'ultima sera che il Cristo passa fra i suoi, fino al momento in cui la tragica Passione s'impadronirà di lui. «“Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”. E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi» [Mt 26, 29-30].
Già la struttura mosaica dà importanza alla formulazione ed esecuzione di inni sacri. «Voglio cantare in onore del Signore / perché ha mirabilmente trionfato, / ha gettato in mare / cavallo e cavaliere» (Es 15, 1). Il primo libro delle Cronache ricorda i nomi di coloro «ai quali Davide affidò la direzione del canto nel tempio, dopo che l'Arca aveva trovato una sistemazione» (1 Cr 6, 16). «Davide, insieme con i capi dell'esercito, separò per il servizio i figli di Asar, Eman e di Idutun, che eseguirono la musica sacra con cetre, arpe e cembali» (1 Cr 25, 1). Le Cronache danno ai cantori i nomi di “profeti” o di “veggenti”.
Nel prezioso corpus delle Lettere di Paolo sono sicuramente contenuti dei tratti destinati al canto liturgico: sono le fasi nascenti di una cultura singolare che col tempo si irrobustisce. Non è fuori luogo ritenere che in quella sede abbia avuto luogo, a partire dai cantici della più antica comunità cristiana, il trapasso dai frutti della musica corale presente nella Bibbia, ai primi germi della musica gregoriana.
L'Architettura cristiana del Medio Evo ha certamente asegnato un posto e un ruolo al canto sacro. A partire dalla fine del Medio Evo esso prenderà in luoghi significativi una funzione insostituibile nella liturgia, che ha precedentemente assunto per ruoli speciali i frammenti più importanti dei testi. Dell'enorme sviluppo assuto dal Quattro-Cinquecento dalla musica sacra e dal canto corale, fa testimonianza il fatto che, col trascorrere del tempo, il popolo s'impadronì delle melodie più parlanti e scorrevoli. Ancora nel Novecento – primi periodi – la Chiesa coltivava con passione la musica nelle comunità importanti o anche minori.
Poi, lentamente, il decadimento, e la sostituzione di parole e melodie significative, riservate dapprima ai professionisti e quindi passate ai gruppi giovanili che fanno in chiesa musica somigliante a quella estranea, nella quale è difficile cogliere il germe e il tono della preghiera. Fino al silenzio odierno: preannuncio sepolcrale di una decadenza che prelude il silenzio mortuario.
- articolo pubblicato su «La Voce dei Berici» il 2 marzo 2014
Ben venga che si illumini una volta tanto il settore liturgico-musicale. Alla fine degli anni '60 il clero aveva inventato, in modo demagogico, un nuovo stile di canto, quello canzonettistico accompagnato dai complessini, stile risultato in netto contrasto con la volontà conciliare. Si pensava in quel modo di trasferire la musica di consumo dalle piazze alle chiese al fine di attirare l'attenzione soprattutto delle categorie giovanili. Le conseguenze sono state a dir poco disastrose e ne vediamo ancora gli effetti, laddove cioè resiste questo tipo di espressione.
RispondiEliminaIl canto è un'arte che aggrega, educa, ingentilisce, aiuta a pregare ecc. purché sia eseguito ad arte.
Il Concilio prescrive delle norme in merito al canto liturgico e, nell'ambito dell'Assemblea, riconosce vari ministeri a ognuno dei quali spetta un compito distinto. L'Assemblea è chiamata a cantare determinate parti della S. Messa purché affiancata alla Schola Cantorum che ne costituisce la guida principale.
Il mio invito è quello di far conoscere il Musicam Sacram, almeno nelle sue parti principali, e quindi impegnarsi nella formazione dei soggetti liturgici perché è nella formazione che dobbiamo investire la nuova ricerca. Quando il canto è frutto di una buona scelta anche il popolo di Dio capisce l'importanza di cantare e ne viene di conseguenza attratto. Senza istruzione non è possibile intraprendere nuovi percorsi.
Ricordiamoci l'affermazione di papa Benedetto secondo il quale "se molta gente è uscita dalle chiese, ciò è avvenuto anche per colpa della musica".
Domandona: l'istruzione "Musicam sacram" del 1967 https://www.organieorganisti.it/musicam-sacram è vincolante oppure è un mero consiglio?!...
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