Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

______________

domenica 22 novembre 2015

Ufficio Vaticano Musica Sacra


Gentili lettori,

pare evidente che nell’attuale anarchia liturgico-musicale (parrocchia che vai, musica che trovi!) sarebbe vieppiù urgente che si istituisca finalmente un organismo dirimente a livello universale, ovvero un ufficio per la musica sacra in seno alla congregazione vaticana per il Culto Divino, come da tempo già mons. Miserachs (ex preside del PIMS e maestro di cappella di S. Maria Maggiore a Roma) invocava (v. http://www.zenit.org/it/articles/necessario-un-ufficio-pontificio-di-vigilanza-sulla-musica-sacra ) e come di recente è stato meglio delineato (v. http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350250 ).

Parlo di un organismo che si occupi precipuamente di regolare con un certo rigore un aspetto del culto, la musica e il canto, che non sono secondari, anzi sono essi stessi culto!

Voglio tuttavia (pessimisticamente) scommettere che nemmeno il nuovo auspicabile Ufficio Vaticano per la Musica Sacra saprebbe mettere facilmente ordine nel marasma del canto e della musica nella liturgia (qui in Italia in particolar modo), perché prima di tutto bisognerebbe arginare quelle storpiature del culto scaturite, in ormai oltre cinquant’anni, da un’indebita interpretazione di "Sacrosanctum Concilium" (o addirittura da un’insana indifferenza verso la medesima istruzione) e dei documenti liturgici ufficiali (a partire dall'Ordinamento Generale del Messale Romano).

Voi organisti e musicisti di chiesa non sentiatevi indifferenti verso il vero problema che assilla la Chiesa oggi: la deriva verso la desacralizzazione del culto!

Non dimenticate le parole del cardinal Ratzinger nel 1997: «Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia» (v. http://digilander.libero.it/gregduomocremona/ratzinger_la_mia_vita.htm ).

Ma infine una considerazione fondamentale: nessun miglioramento dell’aspetto canoro e musicale del culto sarà possibile senza l’apporto di chi canto e musica lo sa fare bene, e chi sa fare bene canto e musica ha pure diritto alla sua mercè...

Come vedete il busillis sta nell’investimento economico per formare musicisti professionisti che siano in grado di interagire come si deve con la liturgia...

Ma anche risolto il problema economico, rimarrebbe un’altro ostacolo: l’ostracismo dei parroci, raramente attenti alla corretta applicazione della riforma liturgica operata dal Vaticano II, spesso supportati dall’indifferenza dei loro vescovi, il quali ritengono inutile pontificare in materia liturgica così come poco caritatevole tirare le orecchie ai preti che compiono abusi liturgici più o meno manifesti...

Bisognerebbe allora, di pari passo all’assunzione di musicisti di chiesa preparati, preoccuparsi più approfonditamente della formazione liturgica e musicale dei seminaristi...

Perdonate i tanti puntini di sospensione... a me sembra che in questa Chiesa non si possa più parlare seriamente di liturgia senza essere subito tacciati di vaneggiamenti filosofici!

Vi saluto con vieppiù affranta devozione.


Cremona, nel giorno di S. Cecilia dell’anno 2015

1 commento:

  1. Caro Paolo,

    è sempre un piacere leggere i tuoi messaggi animati da una profonda e seria attenzione e dedizione verso ciò che troppe volte viene considerato un lavoro lavoro alla portata di tutti (basta saper suonare qualche accordo) nel quale la competenza e la conoscenza non è affatto un prerequisito fondamentale. Una lotta, come hai bene scritto, prima di tutto contro ostracismi, barriere ideologiche e malcostume che deturpano continuamente ciò che intrinsecamente dovrebbe puntare al bello ed al vero, dovrebbe elevare gli animi ed avvicinare la gente al mistero della liturgia.
    Ed anche un ringraziamento per i messaggi rivolti a tutti noi, nei quali con instancabile passione cerchi di convergere questa comunità verso una direzione comune. Solo con l’unione di intenti e di forze si ottiene qualcosa, ma anche questo è spesso dimenticato.
    Ti scrivo anche per condividere (puoi anche girare questo messaggio alla comunità se lo ritieni opportuno) la mia esperienza vissuta in altre terre, ma purtroppo con stessi esiti. Vivo da circa otto anni in Tailandia, (non sono organista professionista, durante i miei anni di studio cremonesi ebbi la fortuna di praticare lo studio dell’organo per circa 5 anni con il M° Enrico Viccardi, ed oltre a questo sono pianista, cembalista, compositore e musicologo), e qui ho fondato circa 6 anni fa un coro gregoriano. L’unico che io sappia, in tutto il sud-est asiatico. L’amore per questa preghiera, in parte anche una certa nostalgia delle nostre tradizioni, e l’aver studiato con il Prof. Giacomo Baroffio e cantato per anni con il Dott. Massimo Lattanzi nel coro gregoriano del Duomo di Cremona mi hanno spinto a tentare. Ebbene, per farla breve, ho incontrato parecchio ostracismo da chi, a mio avviso, mi avrebbe dovuto invece supportare, con le motivazioni più banali. Devo dire che vivo in un paese dove i cristiani non rappresentano la maggioranza, si parla di piccole comunità in un paese a maggioranza buddista. Ma questo non dovrebbe essere un ostacolo, tutt’altro; un paio di volte siamo stati invitati ad introdurre col nostro canto dei concerti di musica sacra vocale. Ebbene, il canto gregoriano insieme a qualche pezzo eseguito da me all’organo, hanno suscitato interesse proprio in quelle persone assolutamente non abituate a quel tipo di ascolto. Molti di loro, estranei alla nostra religione, anche se per pochi attimi, hanno constatato quanta grande e profonda possa essere la nostra cultura ed arte sacra. In breve, e qui concludo, anche se la cosa potrebbe andare avanti per pagine e pagine: sono sempre convinto che la gente aspiri ancora al bello ed al vero, e che le coscienze possano essere risvegliate con lavoro paziente ed attento, ma spesso ci si trova di fronte a delle porte chiuse dall’interno. Tante di queste persone, ignare di ciò che ci possa essere dall’altra parte, sono tenute in parte anche intenzionalmente, all’oscuro di tutto. Mi chiedo fino a che punto la cosa potrà andare avanti, parlando di crisi di fedi e comunità senza valori, se si impedisce proprio a questi valori di entrare di diritto dalla porta principale.

    Un caro saluto

    Alberto Firrincieli

    RispondiElimina