a cura di Paolo Bottini
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«Ognuno chiede in qual modo cantare a Dio. Canta a Lui, ma canta bene. Egli non vuole che le sue orecchie siano offese. Canta bene, fratello.» (S. Agostino, Esposizioni sui salmi, Commento secondo al salmo 32, paragrafo 8)
Liturgia & Musica
Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.
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lunedì 11 marzo 2019
Quando il coretto pop fa cilecca...
Caro M.° Bottini,
domenica scorsa alla messa parrocchiale vi è stata una eccezionale defezione del coro "pop" più chitarre e percussioni: mi è toccato sostituirli suonando 'solamente' l'organo...
Ho potuto constatare - amaramente - che, pur avendo voluto appositamente intonare un paio dei loro canti soliti (Gen Rosso, RNS, Buttazzo etc. etc.), l'assemblea è rimasta muta...
Cosa trarre da questo episodio?
Faccio alcune ipotesi:
1) sono io che sono impedito: non sono capace di dare sensate intonazioni organistiche a questo tipo di repertorio, in modo che la gente intuisca quando deve iniziare a cantare;
2) è l'assemblea, dopo più di dieci anni che è abituata a sentire questo repertorio accompagnato da chitarre e bonghi (l'organo è comunque presente - per mia precisa scelta di non abbandonare - solo come "basso continuo"), che ha perso l'abitudine ad ascoltare l'organo e a capire lo stile di accompagnamento organistico;
3) il repertorio "pop", dopo più di dieci anni, non è stato recepito dall'assemblea, formata per lo più da ultra-settantenni (e pensare che i settantenni di oggi a metà anni Sessanta, epoca della "messa beat" erano poco più che adolescenti), ragion per cui è sostanzialmente controproducente la presenza di questo coro di adulti (sono tutti sulla cinquantina), accompagnati dai loro figli agli strumenti, che non è stato in grado di educare l'assemblea al canto liturgico, rendendola sostanzialmente "coretto-dipendente".
Non oso sottoporre al mio parroco le sopra esposte ipotesi: la mia presenza, dopo l'avvento del coretto pop, si è svalutata e ora l'organista conta meno del sacrestano!
Ad esempio, in occasione della venuta del vescovo per le cresime (impegnati a curare tanto bene il canto liturgico come nemmeno fanno durante il Triduo pasquale!), non si sono mai sognati di interpellarmi, anche solo per chiedermi "ci sarai tu oppure no?"...
Le confesso, caro Maestro Bottini, che io sono rimasto fedele al mio servizio esclusivamente per la venerazione che ho per il "mio" organo, pensando che sicuramente se me ne fossi andato, sarebbe andato in malora per inutilizzo!
Grato per la cortese attenzione, La saluto con viva cordialità.
Cosimo Quaranta
(organista nella Diocesi di Bagnoregio)
p.s.: suppongo che Lei, avendo scritto la biografia di Federico CAUDANA, conosca il vescovo cremonese Tranquillo Guarneri, buon musicista, che resse la nostra diocesi per un decennio: anche dalle nostre parti è conosciuto il suo delizioso mottettino eucaristico Ecce venio ad te.
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