Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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domenica 10 luglio 2022

Per una «seria e vitale formazione liturgica» del popolo di Dio



Gentili lettori,

il 29 giugno 2022 Papa Francesco ha promulgato la sua lettera apostolica "Desiderio desideravi" per offrire spunti di riflessione circa la necessità di una «seria e vitale formazione liturgica» del popolo di Dio, affinché esso sia spronato ad attingere costantemente «a quella che da sempre è la fonte prima della spiritualità cristiana»: la Sacra Liturgia.

Alla base dell'ignoranza dei fedeli verso la Sacra Liturgia, vi è l'incapacità dell'uomo moderno di leggere i simboli: «l’uomo deve diventare nuovamente capace di simboli. [...] Il compito non è facile perché l’uomo moderno è diventato analfabeta, non sa più leggere i simboli, quasi non ne sospetta nemmeno l’esistenza».

Tra questi simboli sicuramente uno da recuperare e valorizzare con cura, ad esempio, è il "sacro silenzio" [cfr. SC 30]: «siamo chiamati a compiere con estrema cura il gesto simbolico del silenzio», dice il Papa.

Saper cogliere e vivere i simboli liturgici porta a quella tanto raccomandata (quanto, a volte, fraintesa) "piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche" [cfr. SC 14] che è in grado di introdurre il fedele nella potenziale bellezza dei riti: «La bellezza, come la verità, genera sempre stupore e quando sono riferite al mistero di Dio, porta all’adorazione».

Già, l'adorazione: perché, ad esempio, sempre meno gente s'inginocchia davanti al miracolo della Transustanziazione nel momento della consacrazione nella Santa Messa?!... Questo è uno dei frutti della vanagloria di certi nostri preti, che si pongono davanti all'assemblea quasi come attori davanti ad un pubblico, mettendo in campo «un esasperato personalismo dello stile celebrativo che, a volte, esprime una mal celata mania di protagonismo».

Forse a volte avete badato che anche solo il tono di voce del sacerdote nella Messa tradisce una mera distaccata (pure trasandata magari) "recitazione" di testi, quando invece «al presbitero è chiesta una vera ars dicendi»... altrimenti, da parte dei fedeli, si induce disattenzione, noia o addirittura insofferenza[1]; o, per contro, il sacerdote ci mette tutto l'impegno per diventare 

«il protagonista di un dramma da recitare sull'altare con altri attori, e più drammatici e sensazionali diventano tutti, più sentono che stanno ottenendo buoni risultati. In un simile scenario, il ruolo centrale di Cristo svanisce. Anche se in un primo momento può sembrare bello, presta diventa una gran noia»[2].

Questa nuova lettera apostolica di Papa Francesco è un invito molto chiaro - rivolto a tutti, sia consacrati che laici - a mettersi a studiare (e poi applicare!) la 'magna charta' della riforma liturgica ovvero la Costituzione "Sacrosanctum Concilium" del Concilio vaticano secondo sulla Sacra Liturgia, il primo documento ufficiale promulgato dai Padri il 4 dicembre 1963: «La conoscenza che viene dallo studio - ricorda il Papa - è solo il primo passo per poter entrare nel mistero celebrato».

E il canto? Quanto vantaggio avrebbe il miglior esito della ancora giovane riforma liturgica se la Chiesa italiana si dotasse di un vero programma di educazione al (bel) canto dei fanciulli in primis... Ma per educare, occorrono educatori... buoni educatori!...

E la musica? Lasciamo perdere...

Grazie per la cortese attenzione.


Cremona, domenica 10 luglio 2022


[1] La trasandatezza di certi sacerdoti nel celebrar messa non è certo solo dei nostri tempi: «[...] temo pur troppo che il poco concetto che si ha di un mistero così adorabile venga in gran parte dalla freddezza e dalla poca applicazione di noi altri sacerdoti nel celebrarla, per questo ho giudicato necessario [...] risvegliare in essi un sacro spavento della gran funzione che fanno» (Pietro Vanni, Istruzione sopra il sacrificio della messa [...], Cappuri, Lucca 1724; citato in: Matteo Al Kalak, Mangiare Dio. Una storia dell'eucaristia, Einaudi, Torino 2021, p. 212)
[2] Card. M. Ranjith, La Sacra Liturgia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, in La Sacra Liturgia. Fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, atti della Conferenza internazionale Sacra Liturgia 2013 (Roma, 25-28 giugno 2013), a cura di Alcuin Reid, Cantagalli, Siena 2014, p. 28.
 


1 commento:

  1. Si insiste sul "bel" canto quando si accettando e si diffondono canti da cartoni animati o da varietà durante la liturgia. Dunque chi è all'apice decisionale o è un incompetente o è un corrotto. Si un corrotto, perchè tramite canti allegri e simpatici ??? si cerca di avvicinare più giovani alla chiesa, si cerca di ingolosirli facendoli sentire partecipi di una festa (la nostra festa non deve finire non deve finire e non finirà.....). Il miracolo della transustanziazione è diventato un rito sterile e tutta la Santa Messa è diventata uno spettacolo d'avanguardia e dunque viene adornata con canti da compagnia d'operetta. Noto che i gruppi di canto non hanno una guida competente e cantano solo per cantare senza capire il legame tra testo e musica (ma c'è ancora?). Le prove di canto a cosa servono? Dovrebbero servire per studiare il canto nella sua espressività (ma c'è ancora?)

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